Visioni da bere :: 6 giu 2022

Il vino secondo Dario Dainelli

Dal pallone all’acino, il passo è breve, o quasi…

C’è l’amore per il pallone e poi quello per il buon bere. Un accostamento insolito? Per nulla, come ben lo dimostra Dario Dainelli, ex difensore della Fiorentina (1) che, da un campo è passato a quello di bacco, dando vita alla cantina ad un’altitudine di 123 metri s.l.m che porta il suo nome in quel di Cerreto Guidi. Stessi principi per due mondi apparentemente lontani: sacrifico, coraggio, dedizione, perseveranza e gioia, ma solo quando i frutti sono veramente all’altezza delle aspettative. Bandita la mediocrità o le false apparenze.

Il suo vino (2) è stato recentemente oggetto di degustazione in occasione di una giornata dedicata presso il noto locale fiorentino Golden View (3 - 4), non nuovo ad esperienze sensoriali/conoscitive su interessanti realtà enologiche italiane come già raccontato, per esempio, il 14 aprile 2022 QUI. Prezioso, infatti, il contributo e il know how di Paolo Miano, wine manager del ristorante che, insieme al talento di Attilio Pagli, tra i più rinomati enologi in Italia, ha colto l’opportunità per approfondire al pubblico presente l’impegno di questo vigneron di nuova generazione.

Ma veniamo a Dainelli (5) e alla sua “seconda vita” fatta di goal al calice conquistati con sudore… 

3 ettari di vigneto, tutti in un unico corpo con varietà a prevalenza Sangiovese, fatta eccezione per una piccola parte di Malvasia Nera Toscana (Tempranillo). E poi c’è l’Isola del Giglio, dove si raccoglie l’Ansonica. Perfetta per questa stagione calda, l’etichetta in rosa “Daino in bolla”, secondo noi, da non farsi mancare durante le cene sotto il pergolato. Vendemmiato in cassette verso inizio settembre nelle vigne migliori di Sangiovese, è un vino seducente, di grande intensità aromatica. Gourmand come direbbero i cugini d’Oltralpe, 13° di pura generosità. Al terzo bicchiere, si “è in bolla”. 

La Sbronza” IGT Toscana Bianco”, un nome, una promessa (in senso buono, ovviamente), tale è la piacevolezza in bocca (6). Splendida Ansonica, al calice vince la mineralità decisamente marina. C’è corpo, vino determinato nella sua struttura e freschezza gustativa.

L'”Intruso" IGT Toscana Rosso, dove il “clandestino” è la Malvasia Nera che, insieme al predominante Sangiovese, in un connubio perfetto, genera una beva versatile, ma per nulla sottile. Di più, sapore e spessore la fanno da padrone.  

Infine, il “Rude” IGT Toscana Sangiovese. Vino con i numeri! Alias vincente ci sentiamo di dire. Definito dalla stessa proprietà come il “più affascinante”, nonostante parta dal “rude” Sangiovese, l’eleganza è la nota dominante di questo rosso esemplare. Conquistano gli amabili aromi di frutta rossa, con tannini fitti ma fini. Bene la persistenza gustativa.

Che dire… un viaggio al palato “diverso”, splendido dall’inizio alla fine, che riflette una produzione (per ora) contenuta ma già di rara eccellenza.

Se il buongiorno si vede dal mattino? 

 

Altre info:

 

 

 

 

 

Ron Millonario

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