Living & Convivi :: 20 feb 2023

Bergamo, Brescia 2023: le grandi mostre

Cecco del Caravaggio e Ceruti

Le due città lombarde che più hanno sofferto per la pandemia, si trovano unite, grazie ad un’inedita doppia candidatura come capitali italiane della cultura 2023. Un fatto molto significativo che si concretizza in una serie straordinaria di iniziative che seguiremo lungo tutto l’anno. La riapertura di quei gioielli quali l’Accademia Carrara di Bergamo e del Museo del Risorgimento a Brescia hanno dato inizio ad un novero di eventi davvero senza precedenti, ivi comprese le due splendide mostre Cecco del Caravaggio nella città orobica (1) e Giacomo Ceruti nel Museo Bresciano di Santa Giulia (2). Prima esposizione al mondo dedicata al più significativo allievo di Caravaggio, l’antologica di Francesco Boneri detto Cecco è ospitata fino al 4 giugno nella splendida Accademia Carrara che ha potuto godere di una profonda ristrutturazione che ha reso il museo degno dei capolavori che ospita, introdotti da una bellissima installazione site specific del duo di artisti Fallen Fruit (3). L’esposizione di Cecco ha un altissimo valore scientifico perché fa finalmente chiarezza su di un pittore che le cronache storiche dell’epoca tendono ad ignorare. La cosa è curiosa, in quanto si tratta di una figura enigmatica, anticonformista, capace di una pittura straordinaria, audace, iperrealista ante litteram, a tratti esplicita nell’Eros, degno seguace del suo grande maestro, Michelangelo Merisi, del quale la mostra ospita due quadri, Il San Giovanni Battista dei Musei Capitolini (4), in cui il modello per il santo è certamente Cecco, come anche nel David con la testa di Golia della Galleria Borghese, dove la testa mozzata del gigante è un autoritratto del Caravaggio. Considerato a lungo un seguace proveniente dal nord Europa, è grazie al critico Roberto Longhi che viene correttamente collocato nel nord Italia, segnatamente nel territorio bergamasco. La fortuna critica di Cecco inizia con gli studi Gianni Papi, illustre curatore della mostra e con le sue attribuzioni ormai certe di opere all’allievo di Caravaggio. Ben 19 dei 25 dipinti che sono attribuiti a Francesco Boneri (5) sono presenti, insieme ad alcuni capolavori da cui il pittore prese ispirazione, come Savoldo, Valentin de Boulogne, Bartolomeo Mendozzi, Pedro Nunez del Valle per un totale di 40 opere eccezionali provenienti da prestigiosi musei di tutto il mondo. Una possibilità unica di scoprire un grandissimo artista poco noto al grande pubblico.

Miseria e Nobiltà Giacomo Ceruti nell’Europa del Settecento

Parimenti straordinaria è la risposta Bresciana con uno dei suoi maggiori artisti, quel Giacomo Ceruti che creò nel secolo dei Lumi una pittura in cui si analizzava per la prima volta gli emarginati della società, al punto che, pur eccelso anche nella ritrattistica nobiliare che la mostra ci fa scoprire con notevoli opere, viene riduttivamente e ingiustamente denominato come il Pitocchetto, nomignolo che la critica moderna tende a dimenticare proprio per non sminuirne l’operato. Ospitata fino al 28 maggio nella sede del museo Bresciano di Santa Giulia, si trasferirà da Luglio al Paul Getty Museum di Los Angeles. Esposizione imponente, con oltre 100 opere, di cui 60 di Ceruti  e 40 di predecessori o contemporanei che offre una visione inedita e finalmente completa del pittore, attraverso tutta la sua evoluzione artistica. Maestro di realismo, ritrattista degli ultimi come raffinato interprete dell’aristocrazia, a 35 anni dall’ultima retrospettiva viene visto attraverso una nuova lettura che ne restituisce la fisionomia eclettica e complessa, al punto da poterlo definire il più avventuroso pittore del Settecento. La mostra si apre con il racconto della riscoperta, ancora una volta dovuta a Roberto Longhi con la sua mostra degli anni 50 sulla pittura della realtà, un vero caposaldo della critica moderna. Attraverso confronti efficaci con altri grandi artisti come Ribera, Fra Galgario, Tiepolo e Piazzetta si vede quanto sia eclettica la pittura di Ceruti anche al di là del fantastico ciclo di Padernello autentico manifesto del pauperismo, che lo fece definire da Giovanni Testori come “l’Omero dei diseredati“. Un'esposizione davvero fantastica, cui fanno da corollario le due mostre Immaginario Ceruti sulle stampe cui ha attinto l’artista per la composizione dei suoi dipinti e quella di David La Chapelle (6) sugli homeless di Los Angeles che dialogano con i poveri ritratti da Ceruti. Nomad in a beautiful land, dove il celebre fotografo incontra le tematiche care al pittore settecentesco, con una serie dedicata a Cristo con gli ultimi e una opera inedita davvero suggestiva. Questa ultima esposizione è ospitata alla Pinacoteca Tosio Martinengo sempre a Brescia, altro prezioso scrigno di capolavori da poco tempo restituito alla città dopo anni di chiusura per restauri. 

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