Living & Convivi :: 9 giu 2019

Cosa vedere in Piemonte: Miagliano, un piccolo comune dal grande fascino

Il nostro Paese, sebbene sia a pieno diritto “il” Bel Paese, annovera tanti, troppi problemi: dall’economia alla mancanza di posti di lavoro, dallo strapotere della criminalità organizzata alla corruzione. Per fortuna in questo scenario continuano a esserci, da nord a sud, esempi illuminanti di iniziative volte a implementare un sistema sociale, piccolo o grande che sia, all’altezza delle aspettative.

In Piemonte per esempio, esattamente a Miagliano in provincia di Biella, un Comune di solo 1 km quadrato, il più piccolo per estensione territoriale dell’Italia nord occidentale, racconta una storia che nulla ha da invidiare a “sorelle” ben più grandi e popolose. Già nel passato e fino a oggi, dove una giunta “giovane” e profondamente determinata con il Sindaco riconfermato Alessandro Mognaz (Primo a Dx) non smette di pensare e programmare il cambiamento per rendere il paese (2) sempre più attrattivo e non solo per chi vi abita.

Ma facciamo qualche passo indietro per scoprire perché questo agglomerato urbano lillipuziano affascini da sempre… "Definito luogo delle peculiarità fin dal 1400" - ci racconta il Vice Sindaco Mauro Vinetti (3) - quando viene processata e mandata al rogo la prima strega della regione - Giovanna de Monduro – e la popolazione insorge contro il potere costituito. 

Poi nel 1800 la svolta industriale che lo rende meta ambita per il suo elevato livello di welfare grazie alla nascita di un imponente cotonificio ad opera della famiglia Poma (4 - 5 - 6), con uno stabilimento di ben 44 mila metri quadrati corredato da asili nido, mense per operai, dormitori e molto di più. Anni di gloria e di agiatezza destinati purtroppo a finire verso il 1950 con il sopraggiungere della nuova proprietà, la trasformazione dell’azienda in lanificio, infine un periodo buio per tutto il territorio.

Ma veniamo al 2013 quando subentra l’amministrazione capitanata da Mognaz che insieme all’Associazione degli “Amici della lana”, decide di risollevarne le sorti partendo proprio dal polo industriale dismesso. Come? Trasformandolo in modello culturale forte di un’archeologia industriale come poche in Italia: molti gli spazi interni che diventano palcoscenico per eventi teatrali, di street art e altro ancora. 

Ogni domenica, da giugno a ottobre, la fabbrica apre al pubblico grazie all’iniziativa del Comune che, oltre ad aggiudicarsi un bando europeo per rivalorizzare una zona erbosa incolta e farla rinascere ad anfiteatro naturale, lusinga il visitatore col Festival del Paganesimo (22 e 23 giugno 2019), occasione per commemorare la "strega di Miagliano" e riproporre ulteriori vicende legate alla montagna e alla natura in generale.  

La strega che ritorna, come il grande murales realizzato nel 2016 da due artisti biellesi (7), parafrasando la nota storia classica delle tre Parche signore della vita e della morte, qui invece con un lieto finale ove l’ultima, anziché tagliarne il filo, lo riannoda quasi a testimoniarne la sua continuazione all’infinito: di un luogo che vive.

 

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