Focus On :: 18 ott 2017

Firenze ristoranti - Inaugurato "nu ovo", viaggio gastronomico ed "emozionale" intorno all’uovo

per una pausa pranzo fuori dal solito menù

Apre nella centralissima Firenze, all’ombra del Cupolone, un locale innovativo e dal mood architettonico di evidente bellezza e fascino. "Nu Ovo" (1), questo il nome del novello format che propone una vera full immersion nel meraviglioso mondo dell’uovo. Sì, avete capito bene, il protagonista assoluto del menù è proprio il cibo più semplice per antonomasia, quanto ricco di valori nutrizionali, proposto in molteplici declinazioni. Ed ecco che la precisazione è d’obbligo: uovo non è sinonimo di “banalità” o di portata volutamente basica, tutt’altro… non a caso la saggezza popolare parla di “non saper cuocere un uovo” per designare l’incompetenza in cucina. Comunque lo si prepari, esige esperienza, occhio e attenzione a mille particolari. Pensiamo all’uovo in camicia che richiede una materia prima freschissima, quasi di giornata…

Ma torniamo al locale… "Nu Ovo", concept che trae ispirazione da analoghe esperienze già presenti a Roma e Milano, fa parte di un modello gastronomico che nasce in seno all’hotellerie, più precisamente al Grand Hotel Cavour, riconfermando il trend ormai consolidato di ristoranti, in Italia e nel mondo, non più “di” hotel ma “in” hotel, forti di un’identità propria, aperta alla clientela cittadina, oltre che ospite.

Al timone PierFrancesco Pozzi (2 - Primo da Sx insieme a Marco Gemelli Responsabile comunicazione) giovane promessa della famiglia Bucalossi che dopo alcuni anni di studi a Londra nel settore business, riparte da questo progetto vocato a una ristorazione veloce ma di qualità. Complice anche la professionalità dello chef fiorentino, il venticinquenne Mirco Malevolti (3), che tra i numerosi piatti in carta, delizia i commensali con alcuni grandi classici come la carbonara “Dolce stil nuOvo” (4) e l’uovo al tegamino (quello della nonna, con la pomarola, oppure con zucca, caprino ed erbe) insieme a piatti tradizionali rivisitati come il Mugellanuovo, tortello dove il ragù è nel ripieno e la patata è il condimento (5). Tra le uova in camicia, invece, spiccano le versioni con cime di rapa, aglio, peperoncino e bottarga, o quella con fonduta e pesto di dragoncello. Non mancano, ovviamente, altre preparazioni, dal sandwich all’insalata nizzarda. Una serie di golosità che si possono gustare tutti i giorni a pranzo, dalle 12, 30 alle 15. Una fascia oraria perfetta per una pausa lunch diversa dal solito, puntando su materie prime di qualità (le uova sono tutte bio, rigorosamente toscane) e su una food experience versatile, accogliente e raffinata al contempo.

L’arredamento e lo stile del ristorante, progettati dallo studio di architettura fiorentino Matos - Herzog colpiscono per la sobria eleganza e ricordano blasonati ristoranti francesi dal sapore liberty. (6) Il décor d’antan si sposa a elementi d’arredo contemporanei, alcuni dei quali realizzati da maestranze artigianali del comprensorio come il monumentale lampadario (7) che troneggia sopra il grande tavolo conviviale in legno, senza adombrare i suggestivi affreschi a soffitto. Gli ambienti che possono ospitare fino a 30 coperti, sono "accarezzati" da un’illuminazione soft, diffusa, per una pausa pranzo comunque in relax (8).

Non è certo facile rendere comprensibile e adatta a un pubblico internazionale un’offerta sostanzialmente monotematica anche se riletta in una luce originale, rielaborata in diverse opzioni di menù. Senza venir meno alle antiche tradizioni culinarie toscane.

Un esempio di Fuori Casa che esce dal “coro”, con un buon rapporto qualità prezzo e formule gastronomiche accattivanti, a tutto vantaggio del volume d’affari. I numeri ci sono, speriamo “montino” insieme agli albumi.

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