Il ristorante pizzeria Fiore (1) è un esempio virtuoso di come si riesca a trasformare una triste realtà in un modello da emulare. Situato all’ingresso di Lecco, deliziosa cittadina lombarda, originariamente era di proprietà del boss della ‘Ndrangheta Franco Coco Trovato. Confiscato nel 1992 quando fu arrestato, nel 2006 passa al Comune e nel 2011 in collaborazione con Libera che, in modo encomiabile, gestisce i beni sottratti alla malavita, inizia l’iter per trasformarlo in un locale in piena legalità. Nel 2014 entra nel progetto Regione Lombardia e dopo i lavori di ristrutturazione, la gestione viene affidata alla cooperativa sociale La Fabbrica di Olinda di Milano insieme ad ARCI Lecco e Auser Lecco. Interpellati poi gli architetti progettisti Claudio Lopasso e Carlo Carbone, si trasforma in un luogo accogliente (2), senza però perdere completamente le tracce dell’infarto passato. Cosa meglio dei libri per incarnare libertà e conoscenza? Ecco che allora i cittadini di Lecco sono invitati a donare i loro vecchi volumi che diventano elementi stessi dell’arredo su una magnifica parete e su lampade disegnate ad hoc: una scelta dal forte valore etico ed estetico. Ma Fiore è innanzitutto una collettività creata da un formidabile team imprenditoriale con una cucina attenta alle materie prime e alla loro lavorazione, nonché progetto sociale, grazie alle attività inclusive e di inserimento, sia di persone con disagi, sia di immigrati, con un ampio ventaglio di proposte che ne fanno un ulteriore polo attrattivo. La squadra è guidata da Giorgio Antoniella (3), talentuoso cuoco originario di Terni, supportato da Raffaele Mattei trait d’union con Olinda Milano. Con loro undici ragazzi tra cucina e sala di provenienze diverse per un affiatato ensemble come fosse un’orchestra. Ma veniamo alla cucina che ha dimostrato sin da subito questo teorema. La carta è formata da 16 piatti e 9 tra pizze e focacce, di straordinaria fragranza e digeribilità, grazie a farine di tipo bio1, con lievito madre e a lunga lievitazione, arricchite da svariati topping in un sapiente mix di ingredienti. La stagionalità è naturalmente al centro con una serie di fornitori di altissimo livello, e una attenzione particolare agli ingredienti vegetariani, pur essendo presenti pesci e carni sostenibili da filiera corta. La nostra degustazione è partita da pizze e focacce decisamente ottime per l’impasto e gustose per le farciture. Una “Margherita“ con pomodoro bio, fiordilatte e pesto di basilico, due pizze bianche. Sono seguite “Sentori d’autunno” con zucca arrosto, cicoria saltata, cipolla alla paprika e semi di zucca e “Sottobosco con fiordilatte” (4), gorgonzola, funghi di bosco e salsiccia artigianale entrambe eccellenti sia per guarnitura che per impasto. Successivamente è arrivato "Verdure dell’orto" arrostite alla perfezione su una terra di cacao e mandorle, piatto che denota una grande abilità da parte dello chef sulle cotture con quel tocco geniale di cacao e mandorle come base (5). Proposta inedita e a tratti geniale che non sfigurerebbe affatto nel menu di blasonati nomi di questo tipo di cucina. Un panino al nero di seppia (6) farcito di polpo grigliato, insalata, mozzarella, carpaccio di barbabietola è risultato essere molto gustoso, così come delle splendide tagliatelle al succo di barbabietola, funghi arrosto, verdure di stagione e semi di zucca. Esperienza gourmet di altissimo livello che vi invitiamo a provare, in un ambiente confortevole e dove l’attenzione alla collettività mette quel tocco in più che lo rende indimenticabile. 

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