Nel turbinio dei debutti quasi quotidiani che riguardano la città meneghina, un posto di merito lo ottiene DiciottoSessantuno (1861) in via Goldoni 77 a poca distanza dalla fermata Susa della nuova linea metropolitana, la 4. Si tratta di un locale enoteca con cucina di ispirazione nipponica che si pone l’obiettivo di unire la cucina giapponese con quella italiana. Non per nulla 1861 è l’anno della creazione del nostro Paese inteso come un’unica entità territoriale. Fondato da Luca Pedinotti, manager di molti ristoranti rinomati della città, in collaborazione col giovane imprenditore Tommaso Barelli, si presenta come un’enoteca con una selezione di etichette fuori dagli schemi, spesso inedite. Nel nostro caso, abbiamo avuto, ad esempio, di degustare una cantina albanese, la Cobo che ha come punto di forza la riscoperta dei vitigni autoctoni del paese balcanico, sorprendendoci positivamente sia per i bianchi che per i rossi, fino alle bollicine di grande finezza. La cucina è nelle mani di un esperto chef, Ali Imram che crea piatti sfiziosi e intriganti di carne, di pesce, e a base vegetale.
Si inizia con un'ampia selezione di formaggi e salumi di difficile reperibilità, quali il blu erborinato della val grana, il cremoso di bufala, il Gran Sardo, la robiola di roccaverano, la spalla cruda di Palasone, la culatta e il salame gentile di Roncole Verdi. Tra gli antipasti un eccezionale piatto vegano, il carpaccio di zucchine marinato con yuzu, mentuccia e ponzu, tra i più gustosi della serata, una battuta piemontese di rara bontà, un gazpacho andaluso con pane nero, un carpaccio di mare con salsa ponzu che abbiamo molto apprezzato, la tartare di ricciola giapponese e infine un ceviche di salmone con avocado. Altro must sono stati i gyoza (ravioli giapponesi) alla milanese con lo zafferano e ripieni di carne di vitello. A seguire dei garganelli con ragù di mare, polpo alla plancia con crema di patate viola e limone, tempura vegetariano e picanha di Wagyu con verdure. La parte fusion è ben rappresentata da una selezione di uramaki e maki sia di carne, sia di salmone e mango, ma anche di gamberi, avocado e salmone e vegetariani con bietola, pomodorini e pane panko. Tutti di perfetta esecuzione, freschissimi e di gusto sopraffino. I dessert comprendono tiramisù, mochi orientali, carpacci di frutta, gelati e sorbetti. C’è anche la possibilità alle 18, ora di apertura del locale, di fare un aperitivo fusion con hossomaki e nighiri oppure dei crostini toscani classici o alla livornese. Accompagnati a bottiglie originali grazie a un’oculata winelist, la cucina appaga il palato, non c'è che dire. Provatelo non ve ne pentirete!