Correva l’anno 2011 e in un panorama di ristoranti cinesi a basso prezzo decisamente sconfortante, sia come proposte che come qualità, Marco Liu, nato in Italia, facente parte di quella che si chiama “seconda generazione“, perfettamente integrata nel tessuto sociale ed economico della città, decide una svolta epocale. Come nelle principali nazioni europee, crea un ristorante gourmet, in un’ottica nuova ed evoluta, che renda giustizia alla grande tradizione gastronomica della Cina. Nasce così Ba, in via Raffaello Sanzio 22 a Milano, zona ex fiera, un progetto colto, che diffonde il meglio della cucina di quello che viene chiamato “il paese di mezzo“, svelandone il vero volto, con la massima cura per la qualità e sposandola con quella italiana che aiuta a realizzare ricette innovative. L’ideogramma Ba ha il doppio significato del numero “otto” e di “padre”. Questo numero è considerato in Cina un numero fortunatissimo, simbolo di armonia, stabilità e prosperità, nonché il punto di partenza da cui costruire ogni cambiamento. È il numero delle forze primordiali dell’universo, che contengono tutte le risposte per interpretare quello che avviene nel mondo: cielo, lago, fuoco, tuono, vento, acqua, montagna e terra. Padre è invece ciò da cui tutto ha origine, una dedica agli insegnamenti ereditati dal genitore, da Marco e dai suoi fratelli, anch’essi brillanti ristoratori, proprietari degli eccellenti locali Iyo e Gong.
Abbiamo provato un sensazionale menù da dieci portate che ben dimostra l’altissimo livello del ristorante. Dopo un benvenuto con i migliori popcorn che abbiamo mai mangiato, si parte subito alla grande con un’ostrica Concave del produttore Sorlut, con caviale Kaluga del fiume Amur, sfere di soia, aceto di riso, finger lime e gel al coriandolo. La sapidità dei due protagonisti del piatto ben si sposa con i sapori orientali presenti creando un qualcosa di unico. I pregiati gamberi rossi di Mazara con la dolcezza del cocco presente come crema e crumble morbido con lime candito. Portata che dimostra la filosofia del locale in cui materie prime eccezionali italiane e cinesi si uniscono a creare un mix assolutamente unico. Il rarissimo mollusco abalone, detto anche orecchia dalla forma della conchiglia, caposaldo della cucina tradizionale cinese, piacevolmente calloso, è stato proposto con un brodo tradizionale ridotto e il suddetto caviale. Una bellissima selezione di Dim Sum dai brillanti colori con ripieni di capesante, branzino, astice, edamame e tartufo nero, salmone e wasabi, e un brasato di carne wagyiu, davvero deliziosi e impeccabilmente realizzati sono seguiti con nostra grande soddisfazione. Successivamente dei ciuffi di calamari con tentacoli croccanti al pepe di Sichuan, ben si sono amalgamati con la verdura okra e un particolare peperoncino cinese il Lao Gan Ma. Formidabili gli spaghetti di soia con polpa di king crab, il granchio artico gigantesco dalle carni gustosissime e asparagi. Una classica pancia di maialino da latte croccante, elaborata con grande mano e arricchita da salsa all’aglio nero e composta di mele, ha degnamente concluso le portate salate. Non da meno i dessert dal piglio concettualmente contemporaneo, tra questi il lichi lampone e cocco e il mirtillo limone e pasta frolla. Epilogo memorabile! Da provare.