Food :: 3 dic 2021

Riserva San Massimo, il riso “sazio” di pregi

Il migliore secondo il Gambero Rosso

Si chiama Riserva San Massimo e cresce nella Valle del Ticino esattamente nella provincia pavese, in una distesa irrigata dalle acque pure di sorgente, alimentata dalla sostanza organica di cui il terreno della Riserva è ricco. Il territorio molto particolare dove la morfologia è la stessa da sempre, ospita questa straordinaria varietà di riso (1) tra i più scelti, e non solo nella ristorazione, per un gran numero di piatti di qualità molto alta. La pensa così anche il Gambero Rosso che recentemente ha conferito proprio a “Il Carnaroli della Riserva - L’autentico” Riserva San Massimo (2), il primo posto nella classifica tra trenta migliori risi a chicco lungo. Un giudizio nato da una degustazione del cereale cotto in acqua senza sale e assaggiato al naturale privo di condimenti.

Un vero fuoriclasse, il Riso Carnaroli superfino Riserva San Massimo, è compatto, vanta una bassa collosità e tenuta di cottura perfetta, magnifico per i risotti. Durante la cottura assorbe con garbo i sapori dei vari ingredienti, rilasciando il suo prezioso amido e, allo spegnimento del fuoco, smette di cuocere e i chicchi proprio per la loro struttura non si sfaldano. Una qualità indiscussa che si evince dal primo assaggio e racconta di una cultivar iperselezionata, delicata, dove la coltivazione a basso impatto ambientale in oltre 800 ettari (3 - 4), la pilatura a pietra, la cura estrema di tutti i processi produttivi e un ciclo vegetativo di circa 165 giorni con piante che raggiungono anche i 175 cm, garantiscono un’indiscussa eccellenza. Ultimo ma non meno importante, la concimazione dei terreni pressoché assente con protagonista un sistema di agricoltura bio integrata.

Oltre al Riso Carnaroli superfino Riserva, da non mancare le altre referenze, indiscutibili must food: il Carnaroli integrale e il Vialone Nano

E siccome anche l’occhio vuole la sua parte, un plauso ai pack (5) da poco rivisitati con la complicità dell’agenzia Circus di Prato: ambienti incontaminati, fauna, flora, colore strizzano l’occhio a un modo grafico contemporaneo, molto accattivante e di sicuro appeal perfino per il mercato estero. “Vorremmo far emergere la nostra visione di Riserva e non solo i concetti legati alla produzione di riso” - precisa Maria Antonello, proprietaria di Riserva San Massimo (6). Ci sono riusciti, ci sentiamo di dire, addirittura per un acquisto emozionale, la confezione cattura lo sguardo. Dove i vari formati sono pensati per single, coppie e famiglie poco numerose, in un mercato in continuo cambiamento, un plus non da poco.

Che sia per una vostra coccola al palato o da regalare magari in una cesta natalizia da raffinati gourmand, sappiate che questo chicco conquista senza "riserva".

 

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