Visioni da bere :: 6 lug 2017

Vini toscani che lasciano il segno - Tenuta di Trinoro (SI)

Andrea Franchetti: racconti di vite e di vita

Siamo in Val d’Orcia (1), suggestivo, verdissimo angolo del sud est della Toscana, parco naturale, artistico e culturale. E qui, incastonata in questo paradiso, si erge la Tenuta di Trinoro, raffinata realtà vitivinicola nota per i suoi ricchi e complessi vini rossi da invecchiamento a base di Cabernet Franc, Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot. Difficile non restare ammaliati da tanta poesia… La cantina offre una stupenda vista sulla vallata: e lo sguardo si perde nel verde intenso, nello smeraldo dei prati, in un panorama mozzafiato.

Ma facciamo qualche passo indietro… Di quello che era un antico casale, si innamora Andrea Franchetti (2), Patron della Tenuta, che fino ad allora aveva condotto una vita diversa e cosmopolita, brillante e ricca di viaggi e di iniziative internazionali, con diversi successi nel campo dell’enogastronomia. Incantato dalla luce solida, dai colori, da quella la terra vergine che si intravede già fertile, nella quale non era mai stata piantata nessuna vite, decide di mettere radici. “Chi arriva in un luogo vergine e deserto come la Val d’Orcia trova immagini potenti che vengono fuori da forze senza nomi” - afferma Franchetti.

Il primo passo è una sorta di pellegrinaggio a Bordeaux dove resta diverse stagioni e dove, letteralmente, assorbe la filosofia dei grandi vini francesi, per una sorta di educazione "sentimental-enologica". “Fare vino”, dice Andrea Franchetti, “è un lavoro artistico. Ogni anno non cambia solo l’andamento climatico ma anche il mio modo di fare il vino perché anche io sono influenzato dal paesaggio e dalle stagioni e non posso fare altro che trasferire queste impressioni in cantina”.

I 17 appezzamenti a vigneto, su argilla alternata a terreni calcarei e ghiaie miste, sia erosive che alluvionali, coprono una superficie di circa 25 ettari e si trovano tra i 450 e i 600 metri sul livello del mare. È su questo terreno che Andrea Franchetti ha piantato viti di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Petit Verdot selezionate presso i migliori vigneti di Sant’Émilion (3). Piantando le viti al ritmo di circa 3 ettari all’anno, con una densità altissima che, negli ultimi impianti, tocca le 10.000 piante per ettaro, Facchinetti ha saputo creare un incredibile tappeto palpitante rivolto verso il tramonto quindi verso ovest e sud-ovest.

Effettuata la vendemmia, rigorosamente a mano, le uve vengono accompagnate in cantina - struttura in sintonia con i colori e con l’essenzialità del paesaggio che la circonda - e qui con una tempistica che cambia a seconda della varietà, iniziano le operazioni di vinificazione o meglio di micro vinificazione, visto che il tino di acciaio più capiente arriva a 40 Hl. La successiva maturazione, che dura 8 mesi, si svolge invece sia in barrique nuove di rovere francese oppure – in questo caso ci voglio 18 mesi, in piccole vasche di cemento fatte appositamente costruire nelle fondamenta della cantina.

Nel tempo, la gamma di Tenuta di Trinoro si è arricchita e accanto al grande rosso Rosso di Toscana IGT, Andrea Franchetti ha messo un prezioso Merlot in purezza, Palazzi, e un altro rosso sempre a taglio bordolese ma nato con l’intenzione di essere più accessibile e giovane, Le Cupole (4). Ma il successo toscano non può certo essere un traguardo per quest’uomo che ama percorrere i sentieri mai battuti. Così nel 2000, visitando la Sicilia si innamora di nuovo, questa volta dell’Etna, della sua terra nera e delle pendici brulle del vulcano. Nasce così Passopisciaro e si ripete il miracolo.

Oggi Tenuta di Trinoro produce vini che fanno grande la Toscana nel mondo: parliamo di un vino che trasmette passione pura, di cui vengono prodotte poche migliaia di bottiglie ogni anno (5). Affascina l’etichetta che rappresenta la casa patronale disegnata da un artista siciliano, ormai entrata nell’immaginario collettivo enologico.

“Sull’etichetta di Tenuta di Trinoro” - dice Franchetti - “c’è la mia casa vista dalla parte dell'alba. È stata dipinta da una foto che gli ho spedito nel ‘90. Palazzi, il Merlot che affianca Tenuta di Trinoro, ha in etichetta la stessa casa ma vista dalla parte del tramonto”.

A Tenuta di Trinoro tre sono i vigneti che hanno affascinato in maniera particolare Andrea: Campo di Camagi, Campo di Magnacosta, Campo di Tenaglia, che sono stati impiantati a Cabernet Franc, vitigno-icona per il produttore. Con l’annata 2014 i tre crus o, come dice Franchetti, i tre “Campi”, producono tre vini meravigliosamente differenti e tutti assolutamente necessari. “È questo il futuro del vino di eccellenza” continua il produttore. “identificare territori dalle caratteristiche originali e farne vini unici, uguali di anno in anno solo a se stessi”.

Stiamo parlando di un vino straordinario, senza compromessi, prodotto in purezza e in pochissimi esemplari che vivono ciascuno di luce propria per rispettarne l’unicità.

Ron Millonario

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