Food :: 27 feb 2021

Woman-Power: Sara Checchi

Sommelier ai vertici

Competenza, professionalità e gentilezza: queste le caratteristiche, unite ad una forte determinazione che hanno permesso a Sarà Checchi (1), partita da un paese nel Lazio, di scalare i vertici della ristorazione mondiale, diventando sommelier del Piazza Duomo di Alba (2 -3), il tristellato guidato dal genio di Enrico Crippa. Sara ci racconta gli inizi e di come hai bruciato le tappe, arrivando ad affermarsi in un settore tipicamente maschile.

 

Quando hai capito che il mondo del vino sarebbe stato il centro della tua vita professionale?

Avevo circa vent'anni, ero iscritta all'università degli studi di L'Aquila e per mantenermi iniziai a lavorare, nei week end, come cameriera in una baita di montagna. In poco tempo mi sono resa conto che 13 ore di lavoro mi pesavano molto meno di una sola ora di studio di materie economiche; riuscivo, con estrema naturalezza, a memorizzare gusti ed esigenze di ogni singolo cliente: cosa amava bere, cosa aveva mangiato la volta precedente e di cosa magari avevamo  parlato durante il pranzo. Al contrario memorizzare gli articoli del codice civile mi constava una fatica immane. Decisi dunque di abbandonare l'università per dedicarmi esclusivamente alla mia passione: la ristorazione. Lo feci, mio malgrado, a soli 4 esami dalla laurea con la forte convinzione che prima di trovare la strada giusta è necessario perdersi. Volevo arrivare in alto nella ristorazione, volevo misurarmi col servizio dei ristoranti di "fine dining". Ebbene, da dove iniziare? Prima dell'università avevo frequentato il liceo classico, sentivo dunque il bisogno di costruirmi solide basi, perciò decisi di frequentare il corso di "Sala, bar & Sommellerie" in Alma, la scuola Internazionale di Cucina Italiana a Colorno (PR). Ed ecco il mio coud de foudre con il mondo del vino (4)...

 

Parlaci in breve della tua attività in questo momento: criticità e punti di forza...

In questo momento la ristorazione è uno dei settori più duramente colpiti. Il nostro è un mondo composto principalmente da sorrisi, contatti, vicinanza; all'improvviso tutto ciò che faceva parte della nostra quotidianità è venuto meno e ci siamo ritrovati a dover pensare a una nuova idea di servizio e di approccio al cliente. Sicuramene abbiamo dovuto rinunciare a dei gesti che, anche se poco importanti per la riuscita di una buona serata, garantivano quella coccola o accortezza in più nei confronti dei nostri ospiti: il semplice accompagnare la sedia per farli accomodare o anche piegare il tovagliolo di chi si reca ai servizi. D'altro canto però abbiamo sicuramente imparato a sorridere con gli occhi e a usare parole più dolci e rassicurare le persone senza doverle materialmente toccare.

 

Nulla si ottiene per caso, in quanto donna... hai combattuto tanto per affermarti?

Ho avuto la fortuna, nel mio percorso, di non imbattermi mai in pregiudizi riguardanti il genere femminile. Mi è sempre e solo bastato trasmettere la mia passione per essere apprezzata. Esistono ristoranti che non accettano donne in organico, e non sta di certo a me giudicare o contestare tali scelte; resto però fermamente convinta che la presenza femminile contribuisca ad aumentare l'eleganza e l'armonia in una sala ristorante; siamo donne e in quanto tali concepite per prenderci cura di altri. E' intrinseco nella nostra natura coccolare e accudire dolcemente. 

 

È indubbio che il Covid sia un "fardello" oltre che un freno per tutte/i, come lo stai affrontando tra famiglia e lavoro?

Come tutti, ho cercato da subito di rendere produttivo questo periodo fatto di divieti, incertezze e tanta paura. Ho dedicato gran parte del mio tempo allo studio; durante il primo lockdown ho frequentato dei corsi online e sostenuto i relativi esami sul mondo del vino. Ho letto e leggo molti libri. Ho riscoperto la felicità di stare in famiglia, lavorando a 700km dal mio paese natale, prima di questo Covid dedicavo davvero poco tempo ai miei cari. 

Durante questo periodo inoltre il nostro lavoro non si è mai fermato: quotidianamente ci siamo confrontati su nuove idee, su come ripartire in sicurezza, su quello che ci piacerebbe fare una volta tornati in servizio e su quello che invece sarebbe bene evitare. Vincenzo Donatiello, restaurant manager, è un vulcano di idee e iniziative: nel corso di questo anno ha sempre saputo coinvolgerci organizzando video call a tema. Intere mattinate spese in formazione: formaggi, caffè, tè e vino non hanno quasi più segreti per noi! 

 

La tua personale "meditazione" per quando stacchi dagli impegni quotidiani?

Posso dire, per fortuna (o per sfortuna; dipende dai punti di vista), di avere molto tempo attualmente da dedicare alla meditazione; lo utilizzo interamente per analizzarmi cercando di individuare le mie carenze e pensando poi a come colmarle.

 

Kamala Harris, la nuova vicepresidente degli Stati Uniti, una svolta epocale? Cosa ne pensi?

Se sarà o meno una svolta epocale ce lo diranno, nel tempo, i fatti. Questa vittoria però rappresenta, senz'altro, la prova schiacciante di un gran cambiamento di tendenza: negli ultimi anni si è potuta registrare infatti una costante crescita di presenze femminili in politica. Il mio auspicio, relativamente a questa elezione, è che sia solo la prima di una lunga serie; la diseguaglianza di genere, in politica come in molti altri settori, non dovrebbe più esistere. 

 

Un consiglio alle giovani donne che "lottano" per essere riconosciute nel proprio settore?

Il mio consiglio, pur scontato che possa sembrare, è quello di non arrendersi mai! Abbiate il coraggio di sposare ogni giorno le vostre scelte; determinazione e passione vi porteranno ovunque voi vogliate andare. 

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