Visioni da bere :: 4 mar 2020

8 marzo - La birra è "rosa"!

I dati di Assobirra è un pò di storia al femminile

La birra e convivialità, festa dello stare insieme, chiacchiera, sana goliardia. E’ tutto questo e di più. Ma è anche donna, la birra, infatti, piace alle signore di tutte le età (1). Lo confermano i dati dell'indagine “Gli Italiani e la birra” commissionata a AstraRicerche da AssoBirra, l’Associazione dei birrai e maltatori italiani. Dalla ricerca è emerso che il 70% delle donne italiane consuma birra e il 30% di loro lo fa almeno due volte a settimana (2). Tra donne e uomini, almeno nel consumare la birra, non sembrano esserci grandi disparità! Negli ultimi 5 anni inoltre 4 donne su 10 hanno aumentato i consumi di birra, diventando delle vere esploratrici del gusto. Inoltre, il 58% delle italiane beve la birra perché ne apprezza il gusto, il 48% perché è facile da abbinare con i cibi e infine il 37% perché crea condivisione! (3)

E, poiché, l'8 marzo è alle porte, perché non ripercorrere la straordinaria storia millenaria della birra, di cui le donne sono state protagoniste indiscusse? 

Che ci crediate o no... tutto ha inizio grazie a una donna! Siamo in Mesopotamia 4500 a.C. Una donna abbandona una ciotola piena d’orzo come dono propiziatorio per gli dei. L’orzo resiste alla pioggia battente per poi essere riscaldato dal sole ed iniziare a fermentare. In un villaggio sconosciuto tra il Tigri e l’Eufrate nasce, a opera di una donna, la prima birra! In questa regione la storia della birra è sempre stata legata al mondo femminile: era considerata infatti un alimento, al pari del pane, e la sua produzione era naturalmente affidata alle donne tanto che nel corredo di ogni sposa non mancavano mai gli strumenti e gli ingredienti necessari a prepararla.

E ancora... la birra è sempre stata associata al concetto di fertilità, al rito delle messi e alle divinità femminili come Ninkasi, venerata dai sumeri e considerata dea della birra. La leggenda vuole che sia nata da "una fresca acqua frizzante” e che questa dea sia nata per “soddisfare il desiderio e appagare il cuore”. 

Nel 1° secolo a.C. sarà la regina Cleopatra, grazie alle relazioni diplomatiche con i romani, a facilitare l’esportazione della birra al di là del Mediterraneo, dove il vino all’epoca la faceva da padrone. Non fu facile per i Romani acquisire questa nuova abitudine di consumo, nel corso dei secoli però la birra riuscì ad affermarsi tanto da legarsi alla dea Cerere, la controparte femminile di Bacco e del suo vino, da cui il nome cerevisa. Dai reperti storici sappiamo anche che Cleopatra beveva zithum e offriva agli dei coppe di birra cevrin, di migliore qualità; alla birra zithum è legata anche la statua della Dea Zampillante Birra risalente al XVIII secolo a.C. Che già in antichità le donne fossero estimatrici di birra è dimostrato dagli affreschi di Palazzo Cnosso, a Creta, datati tra il 2000 e il 1450 a.C .che mostrano donne intente a bere birra.

E infine fu la monaca tedesca Hildegard von Bingen intorno al 1100 a sistematizzare per prima gli studi sul luppolo e ad impiegarlo come aromatizzante al posto delle spezie. 

Le campagne e i villaggi inglesi poi, daranno i natali alla figura della alewise, letteralmente birraia: nel 1700 l’80% delle licenze per produrre birra era in mano alle donne (che comunque dovevano avere l’appoggio di un uomo per ottenerla). 

E allora non resta che brindare alle donne. Con un buon calice di birra è meglio.

 

Ron Millonario

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