Arborea è una città fondata negli anni ’20 del Novecento e chiamata Mussolinia sino al 1944, quando caduto il fascismo, mutò il nome in Arborea, omaggio al Giudicato medievale di Arborea, appunto. Sorge a breve distanza da un territorio paludoso, bonificato nel ventennio fascista, e divenuto meta di colori soprattutto veneti, friulani ed emiliani. L’architettura civile storica ricorda le case venete, con ampi tetti in legno spioventi e decorazioni tipiche dell’ambiente prealpino. Nei dintorni anche alcuni monumenti razionalisti, di epoca fascista, come la famosa idrovora di Sassu, alle porte del borgo, meta di studiosi di storia dell’architettura modernista e futurista.
È sempre interessante fare un giretto nel centro storico della cittadina, passare dallo spaccio dell’azienda Arborea, il maggior produttore di latte, yogurt, burro, panna e affini dell’Isola e infine accomodarsi nel ristorante di ambiente retrò Gallo Bianco (1 - 2), dove l’interior design e i piatti ricordano le lontani origini nordiche degli abitanti di questo florido centro agricolo dell’oristanese.
Come antipasto infatti compare un tegamino con polenta, mescolato ai sardi pomodorini ciliegino e alle Niedditas, cozze davvero speciali (3); anche nel primo, una pasta al nero di seppia, il mare sorge a breve distanza infatti, c’è l’omaggio alle produzioni locali nella farcia, al fior di latte (4). Il filetto di spigola è accompagnato con pinoli e salsa alla scarola (5); infine il dolce è una panna cotta con fragole, di cui la zona è grande produttrice, sia in serra sia in campo, grazie a diverse aziende (6).
Insomma, un menù cucito su misura per questo territorio che possiede monumenti interessanti e curiosi e celebra ogni anno, unica negli oltre 350 comuni isolani, la sagra della polenta.