Visioni da bere :: 6 nov 2020

Cantina Riva del Garda, il fascino dello Chardonnay (e non solo)

Dall'alto Garda, ai fondali del lago, solo gioielli enologici

Se bramate un nettare di Bacco unico nel suo genere per un rendez-vous importante o per il prossimo capodanno, un'ottima opzione arriva dall’Alto Garda Trentino dove la tradizione della viticoltura si perde nella notte dei tempi, apprezzata anche dal poeta romano e viticoltore Catullo che contagiò l’imperatore Giulio Cesare. L'identità enologica e culturale è sempre stata molto ben rappresentata dalla cooperativa agricola Agraria Riva del Garda sorta nel 1926. Nata come azienda del e per il territorio, la cooperativa evolve rapidamente e nel 1957 inizia l’attività di Cantina di Riva. Oggi la cantina di Agraria Riva del Garda è l’unica, con radici nel territorio altogardesano, ad adottare il modello consortile (1 - 2). Nel corso degli ultimi decenni, l’azienda è cresciuta fino all’attuale assetto che comprende 350 soci conferitori di vino e olio, 80 dei quali si dedicano esclusivamente all’olivicoltura. Due sono le anime di Cantina di Riva: da una parte è una delle dieci cantine sociali che partecipano al successo della cooperativa di secondo livello Cavit; dall’altra è una cantina con produzioni che sposano la qualità alla territorialità e alla sostenibilità.

Ma veniamo ai vini di Cantina Riva del Garda provati dalla Redazione... Due etichette, Chardonnay Trentino Superiore Doc Loré (3), rispettivamente delle annate 2018 e 2019 (non ancora sul mercato). Dove per Loré si intende una località nei pressi di Tenno posta a 250 s.l.m. vista Lago di Garda (4). Procedendo in una mini verticale con questi "fratelli" luminosi, color giallo paglierino, accomunati da uve Chardonnay (85% + 15% Manzoni Bianco) che proprio in questo lembo di terra esprimono al meglio il loro potenziale, abbiamo subito riscontrato al naso un intrigante bouquet di aromi vari: dalla mele Golden alla frutta esotica, passando per delle note proprie del passaggio in legno di vaniglia e cioccolato. Al palato, intensi e di buona struttura, sono una perfetta alchimia di freschezza, leggerezza ed eleganza. Vellutati, si prestano a piatti di pesce o a tonificanti creme di verdura. 

E poi c'è lui, il Brezza Riva Riserva Pan Dosé, Spumante metodo classico, unico per aver... toccato il fondo! Sì, quello del lago più grande d'Italia dove, proprio nel giugno di quest'anno, 1216 bottiglie di questo vino straordinario, stanno completando il loro percorso di maturazione sul fondale, in condizioni ottimali di temperatura, pressione e luce (5). Tornando al nostro wine tasting e versando il Brezza (6) nel calice, abbiamo notato una bollicine leggera, fine e persistente. Una purezza delicata, per nulla aggressiva, anche se intensa che accarezza il palato. Al gusto, la sapidità è protratta e non mancano note minerali. Da provare abbinato a dei gamberi spadellati su un letto di legumi, fois gras e finferli "spumeggianti"

Bella l'estetica della bottiglia che racconta il valore del vino: argento e oro si alternano sull'etichetta dove fluttui lucenti mossi da una brezza appena accennata rimandano al magnifico Benaco.

Ron Millonario

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