Visioni da bere :: 28 ott 2018

Firenze - vinoé 2018: la nostra cronaca di Bacco

Un viaggio affascinante tra le "fantastiche" vigne della Leopolda

Articolo in collaborazione con il wine expert e fotoreporter Gianfranco Gori.

Secondo giorno di vinoè - la kermesse di “vigna indoor” alla Stazione Leopolda di Firenze. Anche oggi la giornata all’insegna di Bacco prosegue tra degustazioni, tavole rotonde e cooking show per la gioia di wine lovers, appassionati, operatori del settore o semplici curiosi (1).
Ieri sabato 27, la Redazione oltre a una doverosa “passerella” ai molti banchi d’assaggio per degustare e “conoscere” le varie eccellenze di regioni diverse, ha assistito al laboratorio didattico "Senza solfiti aggiunti: moda o nuova sfida?" condotto dal duo FISAR Paola Mezzatesta e Federico Ghezzi e all'evento "Sa di tappo: falsi miti e leggende metropolitane" a cura di AMORIM Cork Italia, con un relatore di tutto rispetto come il Direttore Generale Carlos Veloso dos Santos (2).

Non solo vino però... Abbiamo anche goduto di una interessante parentesi gastronomica con lo show cooking "Agreste gourmet" dello chef Edoardo Tilli rivelazione della Val di Sieve, del Podere Belvedere. La cronaca della nostra inviata Maya Ungar sull'esibizione ai fornelli QUI.
Ma torniamo ai protagonisti indiscussi della manifestazione enoica che, ancora per due giorni, vedrà sfilare oltre 800 etichette.
Tra i numerosi nettari, il nostro "obiettivo" si è focalizzato su alcune cantine interessanti di cui vogliamo raccontarvi plus e gradevolezza di prodotto.
Partiamo da Nord. Tappa Veneto con L'Azienda Agricola San Cassiano: pezzo forte, L'Amarone, re dei vini della Valpolicella (3). Fresco, elegante e rotondo al palato grazie a un appassimento lento e a una fermentazione a bassa temperatura. Il vitigno Corvinone, detto anche Cruinon, è tipico del veronese. Allo stesso stand Tommaso Peruzzi di Villa Sogara ci ha introdotto un Rosso Passito IGT 2016 - "Lilium" - (Vitigni: 50% Corvina, 25% Cabernet Sauvignon, 25% Merlot): intenso, strutturato con note speziate e di frutta rossa matura, cioccolato fondente, liquirizia, leggera vaniglia. Apprezzabile il tannino fine e vellutato. Sempre in Veneto, bollicine docent con l'azienda agricola "Le Colture". Siamo nel trevigiano, sulle colline a Santo Stefano di Valdobbiadene: quasi 50 ettari di vigneti di Glera di proprietà dell'azienda. Non banale. I vini? Alberto Ruggeri, al timone insieme al padre Cesare e alle due sorelle Veronica e Silvia, ci svela il "gioiello" della Maison, lo Spumante superiore di Cartizze (4) che, pur mantenendo la freschezza del Prosecco, è più amabile, denso di profumi che ricordano la frutta bianca, l'albicocca e la pesca. E che sfumano in una nota di fiori di agrumi e rosa. Curiosa la vendemmia leggermente tardiva: da metà settembre a metà ottobre.
Salendo sul meridiano, eccoci in Trentino con l'azienda "Bellaveder", bellissimo Maso situato nella bassa collina di Faedo a circa 360 mt di altitudine. Andrea Lucchetta ci ha invitati a gustare il Trento DOC Brut Nature Riserva 2014, Chardonnay 100%, di cui abbiamo apprezzato il sottile perlage per un effetto cremosità in bocca abbastanza inusuale (5).
Proseguendo tra i "vigneti" virtuali della Leopolda, ci siamo, poi, spostati più a ovest, in Piemonte. E qui il coup de foudre è stato immediato: un Barolo DOCG della "Maison Réva" (6). La zona è quella delle Langhe, a Monforte d'Alba. Francesco Spadaro ci ha stupito con il gusto pieno ed elegante, accompagnato da tannini morbidi, avvolgenti e profondi. Il bouquet di questa prelibatezza figlia degli Dei e di uno dei vitigni tra più pregiati - il Nebbiolo - convince per gli aromi di salvia, frutta a bacca rossa e note di tabacco e rosa.
Nel nostro "eno - scouting" anche tra i più piccoli, ma certamente non meno intriganti, abbiamo indugiato sui colli tortonesi, tra Lombardia, Emilia Romagna e Liguria. La bellezza del paesaggio, per chi non lo conoscesse, evoca un pò il Chianti. Lo stand che ha attirato il nostro olfatto, oltre la vista è stato quello del Signor Giacomo Boveri, patron dell'omonima cantina "Vigneti Boveri Giacomo". Amabile il Bianco Derthona Lacrime del bricco: tono sapido, armonico con finale persistente e agrumato. Un buon esempio di vino del comprensorio alessandrino (7).
E infine venne l'Umbria. Più giù, in centro Italia con la "Maison Caprai" a Montefalco. La nostra scelta è caduta su Valdimaggio Montefalco Sagrantino DOCG, affinato 24 mesi in barrique di rovere francese e almeno 8 mesi in bottiglia (8). Garbati i profumi di frutta rossa e confettura di ciliegie, delicati i richiami alle spezie dolci con note di grafite.
Un "abboccato" viaggio tra cantine (9), un pò per amicizia, un pò per curiosità, sicuramente per il piacere della scoperta: forse poco per poter tracciare un quadro esaustivo dell'infinito panorama vitivinicolo dal Belpaese. Certamente utile per fornirne spunti stimolanti: a noi ed a tutti la soddisfazione e la sorpresa di ricercarli.

Le foto dell'articolo sono di @gianfrancogori

Ron Millonario

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