La mostra di Palazzo Reale sul grande pittore di Barletta, unico italiano ad aver esposto alla prima celebre kermesse impressionista realizzata dal fotografo Nadar nel 1874 a Parigi, dopo pochi giorni di apertura, sta polverizzando tutti i record con ben 13 mila prenotazioni. Un successo annunciato anche grazie alla grandissima qualità delle opere esposte (1), ben 90. Provenienti da prestigiose istituzioni culturali italiane ed europee, tra cui il museo di Barletta cui la moglie Leontine destinò un consistente lascito di capolavori e la Gam di Milano gli oli, i pastelli e dei bellissimi ventagli permettono di capire la parabola artistica di De Nittis, purtroppo scomparso giovanissimo all’apice della carriera. Una mostra che in un certo qual modo rende merito ad un pittore un tempo considerato di talento ma troppo “commerciale“ come sottolineato nella conferenza stampa dal direttore di Palazzo Reale Domenico Piraina e dai curatori Fernando Mazzocca e Paola Zatti.
Diviso in 11 sezioni, prende le mosse da un omaggio a Leontine che si battè in vita per valorizzare l’opera del marito, risultando fondamentale per la sua ascesa artistica e mondana. Formatosi da autodidatta giovanissimo a Napoli, a 21 anni fece il grande salto nella Ville Lumière nell’epoca di pieno fermento culturale che durò dalla Belle Epoque sino agli anni 20 del secolo breve. In un ridottissimo lasso di tempo, divenne un ritrattista di grande successo (2), ottenendo una clamorosa popolarità internazionale tra Parigi e Londra. (3). L’esposizione rivendica il suo ruolo importantissimo, insieme a Giovanni Boldini, dei “Les Italiens“, i nostri artisti connazionali che ressero il confronto con Manet, Degas e degli altri impressionisti di cui diventò amico e che contribuì alla loro rivoluzione dell’idea stessa di pittura. Come i suoi sodali, De Nittis privilegiò il paesaggio, il ritratto e la rappresentazione della vita moderna (4), dipingendo “en Plein Air“ (5) andando a realizzare i suoi quadri per le strade e non più al chiuso degli atelier. La lista di capolavori presenti in mostra è davvero impressionante, considerando l'effimero arco temporale della sua vicenda artistica, interrottasi improvvisamente a soli 38 anni. La sua curiosità intellettuale giunse ad interessarsi, come molti dei suoi compagni, all’arte giapponese di gran moda a Parigi, organizzando seminari per diffonderla e arrivando ad influenzare il suo ultimo periodo artistico. Una mostra davvero imperdibile che si conclude col suo ultimo capolavoro, la Colazione in Giardino con Leontine e il figlio (6), dove il suo posto a tavola è rappresentato dal tovagliolo usato come quasi un presagio che a breve avrebbe lasciato questo mondo.
Fino a 30 giugno a Palazzo Reale di Milano. Ve la consigliamo caldamente!
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