Living & Convivi :: 2 mag 2024

Milano, Picasso in mostra

La metamorfosi della figura

Grande mostra al Mudec di Milano, in via Tortona 56. Per concludere le celebrazioni dei 50 anni della morte del grande artista spagnolo, fino al 30 giugno, è possibile visitare l’esposizione dal titolo La metamorfosi della figura. La scelta di proporla al Museo delle culture è dovuta al fatto che da sempre il maestro di Malaga ha mostrato un profondo rispetto per le manifestazioni artistiche di altre culture e di altri tempi ed ha saputo, più di ogni artista della sua generazione, comprenderle e reinventarle, dando un impulso ad un nuovo percorso nell’arte moderna. All’interno della ricchissima produzione viene messo in luce il suo amore per le fonti artistiche “primigenie" per l’arte cosiddetta primitiva e la capacità di assimilarle e rielaborarle lungo tutto il suo iter artistico. Dai dipinti neolitici delle grotte di Lascaux e Altamira, delle quali ha detto che nulla di nuovo è stato inventato nella storia dell’arte successiva, alle sculture proto iberiche fino alla Grecia pre classica, classica, l’arte egizia fino a quella africana e mesoamericana tutto è stato digerito dal suo genio per ricreare un’arte nuova. 

Il percorso della mostra

Realizzata grazie alla collaborazione e ai prestiti delle principali istituzioni museali spagnole da Malaga, Barcellona e al Reina Sofia di Madrid, l’esposizione è articolata in sei sezioni. La prima, lo sguardo verso altre culture, in cui il 1906, anno cruciale nella produzione del pittore, con l’esplorazione dell’arte “nera" rappresentata secondo canoni diversi da quelli occidentali, opponendosi a quella che si chiamava la “bellezza" nei musei  tradizionali. Nella seconda, 26 disegni del quaderno preparatorio del suo capolavoro: Les demoiselles d’Avignon mostrano il lungo percorso verso il cubismo. Nella terza, il movimento pittorico fondato insieme a Braque, primo degli -ismi che percorrono l’arte del secolo breve, conferma come il cubismo sia un vero realismo concettuale dove gli oggetti erano presenti da varie prospettive di visione all’interno dello stesso quadro, creando quell’effetto straniante tipico di questo modo di dipingere. Nella quarta parte si nota come gli stilemi dell’arte africana siano presenti dagli anni venti sino alla seconda guerra mondiale con un ritorno alle forme classiche dopo aver abbandonato il cubismo. Da notare la presenza in mostra di alcuni bozzetti di Guernica, il suo altro grande capolavoro. La metamorfosi della figura è il titolo della quinta sezione che giunge fino ai suoi anni estremi dove le opere diventano più morbide e meno spigolose e dove gli elementi figurativi si mescolano e si distorcono all’interno di una riconoscibilità maggiore della figura umana, mentre la sesta è legata all’omaggio che alcuni importanti artisti del continente africano concedono a Picasso, in una sorta di “ritorno a casa" dell’ispirazione da cui tutto è partito. L’artista andaluso viene così reinterpretato da pittori e scultori come Romuald Hazoumè, Gonçalo Mabunda e Cheri Samba che recuperano le valenze magico religiose delle maschere rituali della tradizione subsahariana. Una mostra davvero pregevole e originale, con una prospettiva, tra le tante possibili del più grande artista del novecento. Assolutamente da vedere! 

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