Visioni da bere :: 15 ago 2021

PARLIAMO DI CAFFÈ - L’ESPERTO RACCONTA (8° PARTE)

Si fa presto a dire “tazza” - Cosa scegliere?

Tazzine, vanno tutte bene (1)? A prescindere dal materiale, differiscono sia per colore, sia per forma o, come sento dire spesso, anche per spessore del bordo. Ma come incidono queste caratteristiche nel risultato finale? Mistero! La domanda sorge spontanea, la parte estetica (2) è l’unica differenza?

Partiamo dalla parte interna. Non è banale che molte tazzine abbiano questa sezione di forma ovale: l’espresso fa un bel tuffo da una decina di centimetri circa e la tazza lo accoglie in modo morbido, cercando di attutirne l’impatto, al fine di preservarne la crema. Tutto ciò non sarebbe possibile se il fondo fosse piatto, un po' come se noi dovessimo fare un salto di 3 metri: con un comodo scivolo sicuramente non rischieremmo di farci del male.

Andando verso l’esterno troviamo il bordo della tazzina (3), che molti dibattiti ha aperto nei nostri bar: erto oppure fino? Da sapere che quando lo appoggiamo sulle labbra mandiamo inconsciamente dei messaggi al nostro cervello, stimolandone dei ricordi. Senza dubbio un bordo erto e arrotondato ci preparerà a sensazioni più rotonde, morbide, viceversa un bordo molto fino rimanderà a sensazioni più strette, chiuse, spigolose.

Dulcis in fundo abbiamo la parte esterna, che in realtà è la prima parte che condiziona il nostro cervello, sia con la forma ma soprattutto con il colore.

I colori fanno scattare nella mente ricordi e di conseguenza preparano il nostro corpo a delle sensazioni "figlie" di un nostro passato remoto. 

Alcuni esempi?

Una tazza rossa (4) rimanda ad un espresso più intenso, forse anche più caldo; il colore giallo è legato all’acidità, alla freschezza, sicuramente meno alla fisicità; il celeste ad un liquido freddo, salato; il rosa rievoca la dolcezza; il bianco, o meglio, il color panna, molto utilizzato per le tazzine, è abbastanza neutro e richiama più il dolce che l’acidità.

Sembrerebbe fin troppo facile allora scegliere il colore, il problema è che il condizionamento del cervello è legato all’attesa, all’aspettativa che ha di trovare nel liquido le sensazioni che il colore gli ha stimolato, quindi non vale mettere un caffè acido in una tazza rossa per farlo sentire più corposo, oppure utilizzare una tazza rosa per esaltare la dolcezza di un caffè dall’acidità intensa. Il colore esterno deve esaltare il profilo aromatico del caffè che si usa e non compensarlo, altrimenti il cervello va in confusione e non percepisce bene la ricchezza dei sapori e dei gusti.

Prima di comprare le tazzine, quindi, bisogna conoscere bene quale è il profilo aromatico del caffè che si utilizza.

È se il colore fosse scuro? Nero o blu intenso? È vero che sono dei colori eleganti e molto cool, ma che sensazioni stimolerebbero? Azzardo nel dire che probabilmente rimanderebbero ad un caffè amarognolo e più freddo.

E la forma?

Per capirlo non resta che giocare, con le forme e i colori, un po' come si faceva da bambini, solo che stavolta dentro alle tazzine ci mettiamo il nostro amato caffè.

 

Ron Millonario

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