Living & Convivi :: 22 feb 2022

Reggia di Monza - Antonio Ligabue in mostra

90 opere ripercorrono la vicenda artistica del genio

L’Orangerie della Villa Reale di Monza ospita fino al primo maggio un’antologica dal titolo “Antonio Ligabue. L’uomo, l’artista“ (1) che celebra il genio nato a Zurigo nel 1899 e scomparso a Gualtieri (Reggio Emilia) nel 1965. Novanta opere (2) tra dipinti, sculture, disegni e incisioni ripercorrono la sua vicenda umana e creativa, lungo un arco cronologico che dagli anni venti del secolo scorso giunge fino al 1962, quando una paresi pose fine, purtroppo, alla sua attività. Due sono i poli principali dell’esposizione lungo i quali si è sviluppato il suo percorso artistico: gli animali selvaggi e domestici (3 - 4 -5) e gli autoritratti. Il primo filone rappresenta spesso tigri, leoni, leopardi, gorilla, volpi, aquile raffigurati nel momento in cui stanno per piombare sulla preda con un’esasperazione di tipo espressionista sia nella forma, che nel colore. Da notare che lo stesso artista rifuggiva da un paragone con i naïve come Rousseau il doganiere, del quale conosceva l’opera, ma che trovava distante dal suo modo di dipingere. Gli autoritratti (6) sono amari ma al tempo stesso poetici, con il pittore in primo piano, quasi ad occupare tutto lo spazio della scena. Il suo volto esprime dolore, fatica, sgomento, smarrimento, male di vivere e pare chieda di essere guardato pur nella pietrificazione dei tratti che il suo vissuto gli ha impresso in modo indelebile. Una illuminante frase dello psichiatra Peppe Dell’Acqua, che lui disse riguardo ad un altro artista “maledetto“ e che per certi versi esprime lo stesso male di vivere di Ligabue, “tutti vorrebbero avere un Van Gogh in salotto ma non Van Gogh“, potrebbe benissimo essere applicata al pittore padano, facendo emergere il perbenismo che ha isolato questi stupendi creativi dalla comunità, spesso relegati ai margini della società. Una mostra che ci riporta un artista con uno stile che ancor oggi fa discutere, ma che rimane un unicum nella storia dell’arte del Novecento italiano. Assolutamente da non perdere.

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