Se passate nell'affascinate città sabauda, non dovete assolutamente mancare un gioiello museale, il Museo Nazionale della Montagna. Che siate appassionati di alta quota o semplici curiosi vale, infatti, una visita a questa particolare struttura espositiva fondata a Torino nel 1874 per volontà dei primi membri del Club Alpino Italiano. Dotata di un’invidiabile vista sulla città e su ben 450 chilometri di arco alpino, offre oggi una vasta gamma di mostre e attività, che la propongono come collegamento culturale in grado di unire le montagne del mondo.
Negli ultimi cinque anni, sotto la guida della direttrice Daniela Berta, il Museo si è aperto a nuovi orizzonti, tematiche e contaminazioni, scegliendo la vita in alta quota come chiave di lettura per interpretare il presente e per preparare il futuro. Numerose mostre hanno abbracciato l’arte contemporanea e coinvolto artisti nazionali e internazionali. Sono inserite nel Progetto Sostenibilità, che dal 2018 sviluppa e diffonde un nuovo pensiero ecologico, secondo il quale la montagna è strumento di sensibilizzazione e motore del cambiamento.
L’imponente collezione in suo possesso annovera circa 500.000 beni e costituisce il patrimonio di documentazione delle montagne più grande al mondo, quasi tutto digitalizzato e schedato. La collezione è cresciuta negli anni grazie a donazioni di privati e ad acquisizioni mirate, che hanno contribuito a rendere il Museo uno dei principali luoghi di riferimento per l’immaginario della montagna nel mondo.
Tre le strutture principali, tra loro complementari: Area Espositiva, Area Incontri e Area Documentazione. Nell’Area Espositiva trovano spazio le Collezioni Permanenti, suddivise per aree tematiche: dalla raccolta dedicata alle Olimpiadi Invernali del 2006 – che segnarono una svolta nella storia della città di Torino – alle origini dell’alpinismo e del CAI. Lungo il percorso espositivo spicca l’archivio di Walter Bonatti. Alpinista, esploratore, giornalista, scrittore e fotoreporter, Bonatti ha segnato la storia dell’alpinismo con le sue imprese, dalla Nord delle Grandes Jorasses scalata a 19 anni fino alla solitaria invernale sul Cervino, passando per il Grand Capucin, “l’impossibile” Dru, le spedizioni verso il Karakorum e le Ande. Nel 2016, gli eredi di Bonatti hanno donato al Museo della Montagna il suo intero archivio: circa 110.000 fotografie, materiale alpinistico, appunti e dattiloscritti, interviste e filmati, onorificenze e documenti, sessant’anni di corrispondenza e di ritagli stampa. Si affiancano alle collezioni permanenti, importanti mostre temporanee realizzate sia valorizzando le proprie raccolte sia attraverso sinergie con altre istituzioni e contaminazioni con diverse espressioni artistiche.
L’Area Incontri offre al pubblico una serie di sale attrezzate per riunioni e convegni e un Bar Ristorante. L’Area Documentazione è il cuore pulsante del Museo: dal 2013 riunisce in un grande polo culturale tematico la Biblioteca Nazionale del Club Alpino Italiano, l’archivio CISDAE – Centro Italiano Studio e Documentazione Alpinismo Extraeuropeo, la Cineteca e Videoteca Storica e il Centro Documentazione Museomontagna, che comprende l'Archivio alpinistico, il Fondo Iconografia e la Fototeca.
Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” – CAI Torino
Piazzale Monte dei Cappuccini 7 – 10131 Torino
Orari di apertura dell’Area Espositiva
Ingresso da Piazzale Monte dei Cappuccini 7
Da martedì a venerdì
dalle 10.30 alle 18.00
Sabato e domenica
dalle 10.00 alle 18.00
Lunedì chiuso