Visioni da bere :: 3 feb 2021

Toscana - Casanuova di Nittardi Vigna Doghessa

La "palette" perfetta di un vino esemplare

Un vino secondo tradizione, complesso, potente, autenticamente elegante. E dalla veste ricercata. La perla di Bacco in questione è un rosso seducente: il Chianti Classico Casanuova di Nittardi Vigna Doghessa (1). Sangiovese in purezza, il nettare toscano nasce a 450 metri slm, dove le sue viti affondano le radici in un suolo ricco di galestro e alberese, con un'esposizione favorevole, verso sud-est in direzione Panzano, nota non banale per la genesi di un prodotto ben strutturato e dai profumi pronunciati.

32 ettari vitati suddivisi tra Castellina in Chianti e la Maremma, un terreno vastissimo (2) che la Maison Nittardi - già di proprietà di Michelangelo Buonarroti nel XVI secolo - vede nel Chianti Classico Riserva e nel Chianti Classico Vigna Doghessa i propri vini simbolo.

Ma vediamo da vicino il Chianti Casanuova, annata 2018, dal carattere, in primis, “espressionista”... 

“È un’annata classica” - ci racconta - Léon Femfert, seconda generazione della proprietà - “Abbiamo avuto un inverno freddo e innevato, una primavera giustamente piovosa e un’estate calda ma non troppo. Per finire in bellezza, il periodo fino alla vendemmia (due giorni di raccolta intensa, il 17 e il 18 settembre) è stato baciato da un clima asciutto e con importanti escursioni termiche”.

Ancora... L'abito, in questo caso, fa il monaco, è proprio il caso di dirlo. La splendida etichetta (3) in carta seta, dell’artista tedesco Johannes Heisig raffigura un Bacco incoronato con foglie d’ulivo che porge un bicchiere di vino a Sibilla, profetessa e musa di artisti di ogni epoca. Una danza affascinate di contrasti cromatici, un vortice di emozioni che preannuncia ciò che si rivela dal primo sorso: un'esperienza gustativa raffinata e di carattere al contempo, dove la complessità del tessuto tanninico ne fa un vino che chiama naturalmente piatti come la tipica bistecca alla fiorentina, la pancia di maialino cotta a bassa temperatura, lo stufato di cervo marinato o il cinghiale in umido. Meglio se servito a 16°, leggermente più freddo rispetto alle consuete temperature di un vino rosso (4). A naso spiccano intense note di frutta rossa e nera che si mescolano a sentori di spezie esotiche. Armonioso ma deciso, indugia gradevolmente in bocca per un tempo quasi "interminabile". Proprio come un bel libro, non si vorrebbe mai che apparisse la parola fine, così il Casanuova 2018 invita a essere assaporato con la giusta calma per godere appieno di ogni sfumatura. Felici di poter conservare un piccolo, grande capolavoro del buon bere e dell'arte contemporanea.

 

Ron Millonario

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