09gen 2023
Carrara, “Laboratorio artistico d’Arti Carusi Sculture”
Mani (e sapere) che valgono un tesoro

La regione Toscana è un crogiolo di mille anime, le cui storie si leggono nelle mani di chi la vive. C’è l’enogastronomia, certo ma anche l’arte e l’artigianato capaci di regalare emozioni forti, dove uomini e donne si ergono a custodi di un sapere che è cultura e monito per le generazioni a venire.

Siamo stati a Carrara, “Città Creativa Unesco per l’Artigianato e le Arti Popolari”, in occasione di un evento organizzato da Vetrina Toscana, e proprio qui abbiamo vissuto un’esperienza di straordinario spessore, visitando il “Laboratorio artistico d’Arti Carusi Sculture” (1). Un mare bianco di marmo, lucente, pregno di bellezza e savoir faire autentico, accoglie l’avventore curioso o desideroso di un opera anche su misura (2). Tanti i soggetti delle sculture marmoree di dimensioni molto diverse che “abitano” o che stazionano prima di andare altrove (3), quest’affascinante “bottega” del marmo (4): si va dai modelli classici ad altri più astratti, di matrice contemporanea. Tutti accomunati da una lavorazione tradizionale detta tecnica dei compassi, estremamente complessa, e praticata da pochissimi del settore (5). Il “Laboratorio artistico d’Arti Carusi Sculture” è uno di questi, così in migliaia tra committenti, italiani o internazionali, pubblici o privati, si avvalgono della loro indubbia maestria. Artisti, designer, architetti, per la realizzazione dei loro progetti tra i quali Louise Bourgeois, S. Calatrava, A. Cardenas, J. Costa, Ram Katzir, P. Desvigne per citarne alcuni. Ma anche per opere pubbliche monumentali. Non mancano, ovviamente, i privati: pezzi unici destinati a dimore da sogno o altri finalizzati a sculture funerarie come il monumento a Michela Fanini, campionessa lucchese di ciclismo morta tragicamente in un incidente a soli 21 anni. Il padre ne commissionò una statua a grandezza naturale. “Un lavoro molto virtuoso, che ha richiesto mesi e mesi di cura e dedizione” - ci hanno raccontato in atelier (6).

Ogni angolo, ogni “piega”, ogni dettaglio di questo luogo “immacolato” e polveroso trasuda armonia ma anche incanto e grazia. La poesia si sposa alla fierezza del marmo in una sapiente trasformazione della materia, dando vita a “creature” preziose, qualunque sia il motivo della loro genesi.

 

Altre info: 

 

 

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SPUNTI DI VISTA

EDITO

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