Focus On :: 12 ott 2020

Toscana - Fattoria Betti: lo stile in bottiglia

Quando la passione si respira e si gusta al palato

Una cosa va subito detta: quando si parla di Bacco made in Tuscany, rischio sempre di essere di parte. Lo dico da lombarda che da anni ha ormai "sciacquato i panni in Arno", tra Chianti, Maremma, Montalcino e Montepulciano, complici le aree a grande vocazione, fatico a trovare etichette non di livello, che si tratti di blasonate o emergenti.

E ora ho scoperto che c'è anche di più. Addirittura in zone non così usuali o almeno pensavo. L'area è quella del Chianti Montalbano, a Quarrata, non lontano dalla "verde" Pistoia. Qui, da oltre un secolo la Famiglia Betti ha in cuore la viticoltura, anche se è opportuno precisare che la vera svolta con vini vincenti e apprezzati in tutto il mondo, è stata data, venti anni or sono, dall'ultima generazione, esattamente dai due fratelli Guido e Gherardo (1). La storia moderna della cantina, in stile liberty (2) così come voluta dal bisnonno nel 1903, vanta ben 26 ettari di vigneti a prevalenza Sangiovese ma anche a Canaiolo, Cabernet Sauvignon, Colorino, Malvasia etc. la maggior parte aggiunti e reimpiantati negli ultimi 18 anni. Un lavoro immenso come è facile immaginare, dove Gherardo enologo e Guido dedito al commerciale e mkt, hanno investito e continuano a farlo, in più comparti aziendali: dalla sperimentazione in nuovi vigneti, alla ristrutturazione della cantina, peraltro in edilizia protetta con una nuova grande terrazza esterna dalla vista a perdita d'occhio, all'adeguamento tecnologico per la raccolta delle uve e due stazioni meteo, fino alla neo nata barricaia (3), voluta fortemente dai Betti, luogo magico per esperienze enoturistiche indimenticabili. E proprio girando in questo ambiente, si respira un'atmosfera di passione, coraggio ed energia tutte virtù che si ritrovano nella loro gamma di prodotti.

Veniamo, appunto, ai vini (4) da noi degustati in occasione di un press tour per la stampa...

Chapeau al rosa! E' proprio il caso di dirlo... Caprone, così si chiama il Rosato (Sangiovese 100%) che, a dispetto del nome forse evocativo di scenari più demoniaci, è l'emblema dell'eleganza e della personalità decisa. Vero passpartout si apprezza a tutto pasto a seconda della temperatura di servizio. "Nasce nel 2015 per caso" - ci racconta Guido - "Il nome Caprone deriva da un nostro distributore "barbuto" che ne rimase così entusiasta al primo assaggio, da convincerci a produrlo in via definitiva". E per fortuna, ci sentiamo di aggiungere perché è veramente meritevole. Gradevole anche il Bianco Creto de' Betti (Chardonnay e Trebbiano), con un impatto gustativo inizialmente sottile per poi espandersi come sapore sino a coinvolgere tutto il palato. Equilibrato, di buon corpo ci piace pensarlo con un delizioso carpaccio di Saint-Jacques.

Tra i rossi un plauso a uno straordinario Chanti Montalbano (Sangiovese, Canaiolo) (5) dove la qualità e la piacevolezza superano di gran lunga il prezzo "democratico" di un "vino d'ingresso" intenso al naso e di spessore anche al palato. Con tannino vivo e una vena di freschezza che lo rendono a tutti gli effetti d'impatto molto amabile.

Punta di diamante dell'azienda, il Rosso “Semel” (Merlot 100%). La "follia sana" (6) della maison come si evince dal nome dell'etichetta. Rosso rubino di fremente vitalità, energico e raffinato. Importante nella sua struttura complessa, piena e morbida.

Questo un breve ritratto della Fattoria Betti: non solo un'azienda, ma anche luogo dove godere della dolcezza della vita. Non solo due imprenditori, ma due coinvolgenti vigneron che amano ciò che fanno per davvero. E si sente.

 

Altre info:

 

 

 

 

 

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