Focus On :: 9 giu 2021

Toscana - Torre a Cona per un soggiorno da sogno

Un tuffo nella bellezza anche al palato non lontano da Firenze

Non vi è mai capitato di arrivare in una luogo che immaginavi bello, in realtà così affascinate da superare ogni aspettativa? Sì, quell’effetto wow che lascia letteralmente a bocca aperta, ricordandoci che il paradiso in terra è perlomeno auspicabile.

Stiamo ovviamente parlando di un gioiello dell’ospitalità e buon cibo della campagna toscana, a pochi chilometro da Firenze sulla strada per Rignano sull’Arno. Torre a Cona, splendida villa settecentesca (1), da poco inaugurata, circondata da 200 ettari di terreni tra giardini, boschi, vigne e uliveti si manifesta, venendo dal capoluogo, all’improvviso, dopo una curva. La scena che si apre in un contesto bucolico di un verde lussureggiante, è la sagoma di una struttura di regale bellezza, lasciando l’avventore pietrificato dalla magia del posto. Un hotel di grande charme, la Tenuta dei Conti Rossi di Montelera è l’autentica espressione di uno stile di vita intenso che concilia cultura, impegno, natura e bellezza. Lusso raffinato e sussurrato è il mood percepito non appena si varca la soglia della residenza che si compone di due parti principali: un corpo centrale, ad uso privato, e uno sviluppo laterale verso la collina che ospita 20 camere, tutte diverse. Sia le camere, sia gli spazi comuni sono arredati con mobili antichi e qualche "pennellata" contemporanea, lini pregiati, splendidi tessuti d'autrefois alle pareti (2), secondo il gusto della Contessa Rossi di Montelera. Una nota di merito all’ambiente bagno delle varie camere, veri saloni di bellezza, con al centro una vasca “retrò” rigorosamente “con vista” che entra come un quadro dalle antiche finestre. Lo spazio in esterno contempla una piscina a sfioro e per gli amanti del “lento pede deambulare”, immancabile la passeggiata nel parco di 20 ettari di lecci e querce su cui appare tracciata una netta geometria di strade bianche e punteggiata di statue rococò.

Un trionfo di emozioni che si fanno ancora più intense e piacevoli quando ci si accomoda a tavola. Il luogo vocato alla ristorazione del sublime complesso è l’osteria timonata (3) dai due noti chef Maria Probst e Cristian Santandrea (4), che propone piatti della tradizione toscana, possibilmente leggeri e di alta scuola. Poche materie prime, rigorosamente del comprensorio, per suggestioni dove l’impronta della semplicità regna incontrastata, indicando una cucina radicata nel territorio per ingredienti e memoria.

Tutto è iniziato con una gradevolissima entrée di Acciughe grigliate con salsiccia e insalata aromatica (5), un benvenuto alla cucina che ha dato subito l’impronta di tutto il pranzo: qualità, essenzialità dei piatti e bontà certa. A seguire degli ottimi Pici ai semi di finocchio con ragù di maiale toscano al latte e come secondo, l’abbinato vincente di agnello e pecora toscani a scottadito con agretti e carciofi.

Ma Torre a Cona è anche vini di grande identità, dotati di una personalità distintiva, insieme ad uno straordinario punto di bevibilità. Ci siamo deliziati nel sorseggiare il Chianti Colli fiorentini 2018 (Sangiovese 90% e Colorino 10%). Un nettare interessante che sta in cantina per circa 8 mesi - per il 70% in acciaio - di facile beva ma per nulla banale (6). Ancora più importante per struttura e piacevolezza, la Riserva Badia a Corte 2016 che nasce da un vigneto sui 400 metri. Sangiovese in purezza, conquista per incontestabile eleganza ed equilibrio. 

Ritornando al pranzo, tutto è stato giusto: nei tempi, nei modi, nel sapore, negli abbinamenti. Infine, il dessert: lo Zuccotto alla fiorentina, con ricotta e gocce di cioccolato. “Ho pensato di reinterpretare questo grande classico in modo più delicato” - ci ha raccontato lo chef Santandrea. Stupendo, punto. 

Panorama a largo campo visivo, ospitalità da sogno che strizza l’occhio al cosy e una cucina e vini che prendono il cuore (oltre la gola), non so voi, ma noi siamo già innamorati…

 

Altre info:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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