Visioni da bere :: 15 lug 2023

Vini Elena Walch, per Bacco che donne!

I profumi dell'Alto Adige racchiusi in un calice (1° parte)

IL vino è donna? Mi piace pensarlo e forse non mi sbaglio: più spesso che mai, infatti, mi capita, di scoprire, interrogare un universo in rosa impegnato con passione e costanza nel settore vitivinicolo. Lady di bacco ricche di talento, intuizione, sensibilità femminile, creatività e, perché no, sana caparbietà che, quotidianamente, danno il loro contributo alla crescita del comparto vino, qualunque sia il territorio di riferimento. Come succede nella regione più a nord d'Italia, l'Alto Adige, dalla vocazione vitivinicola millenaria, dove influssi alpini e mediterranei, insieme a tradizione che si tramanda da generazioni e forte impulso all'innovazione, fanno il miracolo. Ed è qui che il gentil sesso, una volta di più si è distinto e continua a farlo con una produzione che è un gioiello enologico apprezzato in tutto il mondo. Stiamo parlando della storica maison vitivinicole Elena Walch, un nome (e cognome) e una promessa. Mantenuta.

La visione di un'imprenditrice talentuosa

Elena, la grande dame del panorama enologico alto atesino e italiano, milanese d'origine, architetto, trent'anni or sono, sposa l'erede di una delle più antiche famiglie vinicole dell'Alto Adige, dal 1863 punto di riferimento del comprensorio. Si trasferisce a Termeno (Bz) dove impara a conoscere il vino, in un luogo che lo apprezza e sublima da sempre. E il resto è storia, una storia che la affascina da subito, e che non la lascerà più, distinguendosi quale imprenditrice illuminata, con piglio a tratti "rivoluzionario" e una visione ben precisa, tra intuizioni forti per migliorare e ammodernare, riconversioni, introduzione di vitigni internazionali, lavorazioni all'avanguardia etc.   

Julia e Karoline, la quinta generazione

Sino a 10 anni fa quando il testimone passa nelle salde e competenti mani delle due figlie Julia e Karoline (1) ognuna con una formazione enologica di livello tra Bordeaux, Borgogna e Australia, fiere di perpetuare la filosofia "in campo" ma non solo, della loro madre. E, se pur Elena a tratti, ancora, interviene in azienda, è con la quinta generazione che abbiamo potuto conoscere da vicino questa grande realtà, tanto ordinata e ben organizzata, quanto importante per dimensione e progetti in essere.

La nostra wine experience...

Passeggiare tra i vigneti panoramici di Vigna "Kastelaz" (2), la più significativa, insieme a Castel Ringberg, tra tutti gli altri appezzamenti, completamente esposta a sud, è pura gioia per la vista e per lo spirito. Una zona molto verde, piuttosto ripida (63% di pendenza), che apre a uno scenario a perdita d'occhio sul paese di Termeno (Bz), dove sua maestà l'"Ora", l'impetuoso vento del lago di Garda, soffia e contribuisce ad - "asciugare il vigneto" - ci racconta Julia. L'escursione termica fa il resto. Ed ecco il Gewürztraminer Vigna "Kastelaz" 2021, un calice fronte infinito (3). L'eleganza al palato regna sovrana, unita a spessore, freschezza e salinità. Il lungo finale aromatico lo conferma un nettare di indubbia finesse. Da provare con un buon piatto di crostacei o come ben suggerito dallo chef Peter Girtler, 2 stelle Michelin al Romantik Hotel Stafler (4) di Vipiteno, con un Risotto alla cipolla bianca, fegato d'oca, mela, cavolo rosso. Un concerto di sapori che non si vorrebbe avesse fine. 14 mila bottiglie prodotte ogni anno di cui una parte sale in quota "riposando" in miniera. Sì, perché - "Una selezione di 1.200 bottiglie per ogni annata affina, per circa 7 anni, in un ex miniera d'argento della Val Ridanna a 2000 mt, in totale oscurità ed isolamento" - ci sorprende Karoline. In un luogo pressoché immobile, a temperatura costante di 11°C ed un'umidità del 95% insieme alla pressione d'aria estremamente bassa, senza rumori o vibrazioni. Solo silenzio. Una sorta di "bagno di eterna giovinezza", (che invidia!), nelle "viscere" della terra. "Dimenticarci di questi vini per diversi anni per poi riscoprirli", questo ciò che succede in miniera, continua Julia. Un progetto (5) iniziato nel 2011 che è un vero unicum: il risultato? Longevità e qualità senza pari. 
Ma il raffinato Gewürztraminer Vigna "Kastelaz" non è l'unico a farsi bello (e tanto buono) nel ventre profondo di madre natura...
Una parte, sempre su 14 mila bottiglie complessive, della Grande Cuvée “Beyond The Clouds”, l'iconic wine della maison, gode di questo passaggio, bollandosi del prestigioso sigillo "argentum bonum SILBERSTOLLEN®" (6). L ́azienda vuole dare così ai suoi vini di punta l’ultimo tocco: “argentarli“ per soddisfare i palati più esigenti. Una volontà ribadita alla vista dal sigillo giallo in ceralacca della Cuvée e dalle montagne stilizzate in etichetta. La classe si sposa al garbo per un pack che presagisce la bellezza anche di gusto. 80% Chardonnay più altri vitigni diversi per ogni annata, si tratta di un uvaggio, per cui la raccolta e la lavorazione di tutte le uve avviene nello stesso giorno - "Bisogna decidere tutto sull'uva con l'esperienza di poter fare la Cuvée già sull'uva stessa, assaggiandola" - sottolinea l'enologo aziendale Stefano Bolognani. Un vino che è intenso fuoriclasse, ultra premiato, regala sentori splendidamente minerali, con una bella componente di frutta gialla. "Una cuvée che ogni anno riprende il meglio dell'annata di riferimento" - precisa Julia. Corpo e profondità lo rendono oltremodo interessante. Per non parlare del finale fresco. L'abbraccio gastronomico è perfetto con una corroborante Zuppa d'orzo e "Tirtlen ripieni di spinaci" di matrice altoatesina, come pensato dall'Osteria Zum Pfitscher o, per un piatto più mediterraneo, con dei Gamberi su un letto di crema di broccoli e pistacchio. 
"Per noi il vino è arte" - dichiara Karoline - "la scienza c'entra solo fino a un certo punto". Come darle torto. Ogni nettare, un microcosmo con pennellate e poesia diverse. Con un solo unico fil rouge, lo stile. Un retaggio di famiglia...
 
Altre info:
Ron Millonario

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