Alle porte del Chianti, a soli 20 minuti dalla città del Giglio, sorge un complesso per l'ospitalità di inconfutabile appeal. Stiamo parlando di Relais Villa Olmo ad Impruneta, immerso in un panorama di rara bellezza tra ulivi e vitigni a perdita d'occhio. Un boutique hotel completo di ogni confort, dove le camere sobrie ed eleganti vantano un respiro country chic dal gusto tipicamente toscano grazie alle travi e ai mattoni a vista, al cotto imprunetino, ad elementi in legno e pietra, il tutto ben abbinato a pezzi vintage. Luogo ideale per chi, desideroso di scoprire il comprensorio affascinante tra Firenze, Siena, e naturalmente il Chianti, decide si soggiornavi e ritornare, magari, la sera dopo una visita agli Uffizi o due passi a Gaiole in Chianti per vedere la partenza dell'Eroica. 18 le unità, tra ville con piscina privata, suite e camere, che offrono soluzioni per tutte le esigenze, da coppie e famiglie a piccoli gruppi. Il silenzio e la tranquillità regnano sovrani e le camere sono ben distanziate tra loro per una privacy ineccepibile. Le suites, inoltre, dispongono di soggiorno e alcune anche di un giardino privato.
Un momento prezioso e di livello quello offerto dall’Executive Chef Leonardo Nocenzi al timone del ristorante dal 2023 (aperto anche anche agli ospiti esterni). Classe ‘92, Nocenzi, ha alle spalle un background internazionale di tutto rispetto, tra Londra, Edimburgo, Copenaghen e in patria al Four Season di Firenze, a Villa Cora e a Gucci Osteria. Senza alcun dubbio, uno professionista estremamente "maturo" rispetto alla sua età. Non gli mancano idee precise nella costruzione di un piatto e anche quando la riconoscibilità al territorio è evidente, Nocenzi non è banale. Sì, perché il comprensorio toscano da cui attinge ingredienti di qualità è il volano per piatti innovativi che parlano di una solida conoscenza delle tecniche di cottura come la Guancia di maiale che abbiamo assaporato, morbida, magistrale al gusto. C'è poi il gioco e l'equilibrio del caldo e del tiepido. Magnifiche le Mazzancolle del Tirreno "volutamente sbagliate", servite tiepide, rivelano il sapore del cotto e la consistenza del crudo. Interessanti l'aggiunta di Salmoriglio che regala freschezza al palato, la Camomilla che, al primo sguardo, pare Finocchietto e il Levistico (sedano di monte). Di una bontà che non ha pari, il Paté di fegatini lavorato come se fosse fois gras con vin santo e cotto in vaso cottura. Il risultato? Molto più chiaro dell'originale francese ma anche più soffice e leggero. Lo chef ha un'autentica passione per la brace - "Alleggerisce le cotture e da un sapore unico", ci ha dichiarato. Chapeau al piatto di Animelle di Chianina cotte sulla brace, appunto. "Meno ignoranti al gusto" rispetto alla versione più tradizionale, sicuramente più delicate su una base di rape bianche crude e marinate, arricchite con crema montata all'agresto.
Perfettamente eseguiti e soprattutto tanto golosi gli Gnocchi di farro conditi con ragù d'agnello tagliato al coltello e rafano toscano.
Degna la chiusura "in fresco" con un primaverile ritorno ai campi, versione gelato stagionale. "Vi concorrono tutte le erbe spontanee che troviamo qui a Villa Olmo"; la chicca, una spolverata di polline che dona una nota dolce impareggiabile. Un giovanotto eloquente e dal sorriso schietto, Nocenzi che, siamo certi, ha ancora molto da dire. Non resta che scoprire cosa riserverà la sua arte ai fornelli. Godendo di ogni portata con un occhio (ma anche due) su un panorama che può solo far bene all'anima.
Ad maiora!