Living & Convivi :: 28 mar 2024

Roma, mostra “Impressionisti - L’alba della modernità”

I 150 anni di un movimento che rivoluzionò l'arte

"I pittori impressionisti sono sempre contemporanei, quando ammiriamo un quadro di Monet non vediamo un'opera di un artista dell'800, bensì qualche cosa che ha a che fare con la nostra emotività" - ha raccontato Vittorio Sgarbi in occasione della presentazione dell'imminente apertura della grande mostra “Impressionisti - L’alba della modernità” al Museo Storico della Fanteria di Roma. Una rivoluzione, quella impressionista, capace di farci entrare in un mondo di umanità senza limite, comprensibile a chiunque, dove un Monet, per esempio, ha la cifra della nostra coscienza. Un'emozione diffusa che tocca l'anima di chi guarda la natura. Ebbene, nella città eterna dal 30 marzo fino al 28 luglio, oltre 160 opere di 66 artisti, tra cui spiccano Degas, Manet, Renoir e l’italiano De Nittis, tutte provenienti da collezioni private italiane e francesi, celebrano i 150 anni dell’Impressionismo. 

A parte un nucleo centrale di una cinquantina di dipinti, ci sono anche incisioni, disegni (4), acquerelli, ceramiche, pastelli, sculture etc. Un'ampia documentazione delle origini e della storia di un nuovo modo di fare arte, influenzato sia dall’antiaccademismo e dalla pittura en plein air di Barbizon, quanto da grandi innovazioni dell’epoca: l’avvento della grande industrializzazione, la nascita della fotografia, del cinema, dell’elettricità, del telefono e dei primi voli aerei. 

"Le trasformazioni architettoniche e sociali che percorsero la Francia verso la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento e l’avvento di nuove tecnologie come la fotografia e il cinema contribuirono ad accompagnare la rivoluzione impressionista, che dovette tener conto delle nuove esigenze, scaturite da una visione dell’immagine che non poteva più essere relegata a puro racconto di gesti epici o mitologici, ma obbligata a rappresentare la realtà di un nuovo mondo" - così Vincenzo Sanfo, Direttore del MIDA ed esperto di Impressionismo, ha sottolineato molto bene quelle che furono le nuove leve con cui il movimento impressionista dovette confrontarsi. 

Ancora... L’esposizione nella Capitale mette in luce un aspetto poco conosciuto della ricerca impressionista, dedicato al disegno, all’incisione e alle tecniche di stampa, influenzati, come già dicevamo, dalla recente invenzione della fotografia. Ecco, quindi, esposti accanto a numerosi dipinti a olio, anche bozzetti preparatori, studi e litografie di opere conosciute al grande pubblico, tra queste: La maison du doctor Gachet di Cézanne, L’homme à la pipe di Van Gogh, Il ritratto di Berthe Morisot e il Bar aux Folies-Bergère di Manet, La loge di Renoir e, ancora, le celebri ballerine di Degas, del quale in mostra sono presenti anche diverse sculture bronzee realizzate sullo studio del movimento. Inoltre, accanto alle opere poco conosciute dei grandi protagonisti del movimento, come Pissarro, Degas, Cézanne, Sisley, Monet, Morisot, Renoir, sfilano quelle di artisti comprimari, come Bracquemond, Forain, Desboutin, Lepic, Millet, Firmin-Girard e Lecomte, il cui delicato dipinto a olio Bateau sur la riviere è stata scelta come immagine simbolo della mostra. Tanti i materiali documentali, come lettere, fotografie, libri e oggetti che offrono uno spaccato della società e della sensibilità dell’Ottocento in cui si formarono i rivoluzionari artisti impressionisti.

 

La mostra “Impressionisti - L’alba della modernità” è prodotta da Navigare srl ed è organizzata con il supporto del comitato scientifico composto da Gilles Chazal (ex Direttore Musée du Petit Palais, Membre école du Louvre), Vincenzo Sanfo (Curatore mostre internazionali, esperto di Impressionismo) e Maithé Vallès-Bled (ex Direttrice Musée de Chartres e Musee Paul Valéry), e diretto da Vittorio Sgarbi e sarà aperta tutti i giorni con orario continuato: lunedì-venerdì ore 9:30 - 19:30; sabato, domenica e festivi ore 9:30 - 20:30. Biglietto intero 15 euro (feriali), 13 euro (weekend). 

 

Info:

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