Food :: 17 gen 2016

LA GUERRA DEI CENT’OLI

E speriamo che non sia un duplicato di quella dei cent’anni…

Già dallo scorso luglio, infatti, gli equilibri della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo si erano spostati più a nord con il polacco Czesław Adam SIEKIERSKI alla Presidenza ed anche un francese alla Vice Presidenza.

La Commissione europea ha così deciso nel settembre scorso di facilitare l'export di 35mila tonnellate di olio d'oliva extra dalla Tunisia verso l'Ue. La proposta, in discussione all’ Europarlamento e Consiglio, prevede una misura temporanea fino alla fine del 2017, che dovrebbe scattare una volta esaurita la quota già fissata di 56.700 tonnellate di olio d'oliva tunisino esente dai dazi doganali

Continua, quindi, lo scontro duro - ancora e sempre più - nel settore alimentare, ove notevoli interessi legati alle multinazionali, con larga prevalenza di proprietà francese ed anglo-americana, si scontrano a quelli dei consumatori e dei piccoli produttori, “vasi di coccio” tra questi giganti alimentari…

Basti menzionare la recente proposta di norma UE che minacciava gli interessi delle mega compagnie, come la nostra stampa aveva acutamente segnalato (vedi per tutti Luciano Ferraro sul Corriere della Sera) poi conclusasi nella farsa che sarà bene sommariamente ricordare. Era stata infatti presentata una Direttiva volta alla introduzione dell’obbligo per i produttori di immettere in commercio confezioni di olio da mezzo litro o meno per permetterne la presentazione al ristorante e il conseguente divieto per i pubblici esercizi di presentare a tavola “il nettare giallo” in confezioni sfuse e non etichettate: le vecchie e care oliere appunto. Poi però (già esiste sempre un però) la discussione della Commissione europea ha scoperto - quando Italia (Disposizioni relative alle norme di commercializzazione dell'olio di oliva di cui al regolamento (UE) n. 29/2012) e Portogallo si erano già adeguate al divieto dell’oliera con tanto di bottiglie a tappo anti intromissione - l’avversione del premier inglese Davide Cameron e del presidente francese Francoise Hollande. E così alle loro dichiarazioni, certo non casualmente quanto prontamente, la Commissione europea ha immediatamente ritirato tutto…

Sarei a questo punto curioso di far con voi qualche modesta e forse anche banale riflessione, ma credo ne valga la pena.

In Europa, tanto per far riferimento alla passata vicenda solo l'Italia (Disposizioni relative alle norme di commercializzazione dell'olio di oliva di cui al regolamento (UE) n. 29/2012) il Portogallo e la Spagna, hanno deciso di abbandonare le vecchie oliere per lasciare il posto alle bottiglie di olio d'oliva con il tappo antirabocco: il solo che può garantire a consumatori e produttori l'origine del prodotto servito nei ristoranti, mense, pizzerie, bar.

E oggi cosa accadrà con l’ennesima forte immissione di olio extra UE sulla cui verifica di qualità abbiamo molti dubbi? Come potremo verificare, se mai lo sia possibile, il rispetto delle norme igieniche sugli oli di provenienza Tunisina che giungeranno inevitabilmente in modo non trasparente sulla nostra tavola?

E così la battaglia a difesa della qualità ed interessi dei consumatori, per non dire – ma diciamolo invece e chiaramente – del DIRITTO ALLA SALUTE di tutti i cittadini europei?

Chi ci garantisce se gli interessi delle multinazionali spalleggiati dai Paesi nord europei prevarranno?

Insomma, forse chi ha qualche olivo nel proprio terreno, farebbe bene a riprenderne la tradizionale cura e, chi non lo possiede, a cercarsi - e presto - un buon produttore locale, meglio se a km zero; tutti, infine, a seguire con attenzione le vicende alimentari a tutela della nostra salute… almeno finché in tempo, prima di passare al burro o peggio alla margarina.

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