Forse tutti non sanno che, accanto ai quattro sapori fondamentali da noi conosciuti in Occidente, esiste l’umami, scoperto in Giappone, che corrisponde al glutammato presente, ad esempio, negli arrosti e nel parmigiano. Questo sapore, oltre a essere il titolo originale del film, è un termine giapponese usato per denominare il quinto elemento del gusto: dolce, salato, aspro, amaro e, infine, umami. Ed è proprio nel paese del Sol Levante, che ci porta Il sapore della felicità (1). Protagonista di questo viaggio culinario, un grande chef stellato francese, interpretato da Gérard Depardieu (2). Quando la salute e la sua vita familiare iniziano a sgretolarsi, il noto chef di fama mondiale decide di recarsi in Estremo Oriente alla ricerca dell'uomo che 40 anni prima lo aveva battuto in una gara di cucina. Il viaggio culturale e culinario tra questi sapori, lo costringerà a riflettere su se stesso e a fare un bilancio della sua vita (3). Prodotto in Francia, diretto da Slony Sow (Grenouille d'Hiver) e interpretato da Gérard Depardieu, Kyozo Nagatsuka, Sandrine Bonnaire, Pierre Richard e Bastien Bouillon (vincitore del César come miglior esordiente per La Nuit du 12), dopo aver aperto il Festival internazionale del film di Friburgo 2023, Il sapore della felicità sarà disponibile dal 31 agosto nei cinema italiani.
Dopo aver sfiorato la morte, lo chef migliore di Francia (Gérard Depardieu) si lancia alla ricerca del sapore massimo che ha sconvolto la sua vita dal momento in cui fu battuto, da giovane, da una scodella di noodles di un cuoco giapponese. Ambientato tra Francia e Giappone, in suggestive location, il castello di Saumur nella Loira e l’isola di Hokkaido, Il sapore della felicità è una gustosa avventura culinaria. Tra piatti sontuosi d’oltralpe e ramen deliziosi, il film è assai gradevole e piacerà sicuramente agli spettatori gourmand. Cucito addosso a Depardieu che con la sua imponente figura domina letteralmente la pellicola, analizza le difficoltà del passaggio generazionale tra chef padre e figlio (4), con lo scetticismo che il grande attore francese ha nei confronti del giovane familiare, ritenuto inadatto a guidare la brigata di un ristorante stellato. C’è anche un gustoso cammeo su una influencer, terrore di tutti i cuochi, divertente quando si siede a tavola senza dire una parola (5) e inizia ad armeggiare col tablet per fotografare i piatti. Nella parte che si svolge in un Giappone insolito molto freddo e innevato, le differenze tra lo chef che battè tanti anni prima Depardieu e il coetaneo maestro nipponico dell’umami, esce prima la diffidenza e successivamente una amicizia attraverso la ricerca di questo misterioso ingrediente segreto che, a sorpresa, fece vincere l’outsider orientale alla gara di cucina.
Ve lo consigliamo perché entra di diritto nel ristretto numero dei film culinari di livello accanto a titoli come Il pranzo di Babette, La grande abbuffata, Mangiare bere uomo donna, Chocolat, Sapori e Dissapori, Julie e Julia, Vatel, Big Night, La cuoca del presidente, non dimenticando quel capolavoro animato che è Ratatouille.