Food :: 14 nov 2015

NATALE SEI UN VERO MITO

Una giustapposizione di simboli, un grande ciclo rituale che trova nel solstizio il suo significato più radicale e che il Cristianesimo ha poi riempito e quindi arricchito di un altro, profondissimo senso. Con annesso quel “passaggio di anno” nella notte di San Silvestro, a glorificare il ciclo delle stagioni. È sempre qualcosa di… trionfale il Natale (1), sia che celebri i riti agricoli di fine anno in attesa del raccolto, che santifichi la nascita di Gesù, che allegri i bimbi grazie a quell’altro enorme contenitore di simboli che è il dono. È anche la ritualità che si prende la propria rivincita su un mondo “disincantato”: un mondo che pratica eccome i suoi rituali, ma ammantandoli di modernità, velocità, tecnologia, disattenzione.

E invece il Natale “ferma” il tempo. Anche se qualcuno vorrebbe sottrarsi a questi rituali, quasi nessuno ci riesce e, anzi, la maggioranza di noi vorrebbe partecipare a tutto: addobbare l’albero, preparare accuratamente il presepe, mangiare di magro alla vigilia, scambiarsi i doni, appunto, godere del ricco pranzo natalizio e naturalmente del cenone e comunque del veglione di Capodanno. È l’abitudine, il rispetto della tradizione; per gli antropologi una “tradizione inventata”, ma non vi è nulla di negativo in questa idea, nessuna “diminuzione”.

Il fatto è che ogni tradizione è sempre una “finzione”, ovvero una ricreazione storica, contingente, strumentale. La grotta con il bue - ricorda bene Marino Niola in Miti d’oggi (Bompiani, 2012) – è un’invenzione “francescana del Duecento; la simbologia dell’abete decorato risale a un uso celtico mediato dalle tradizioni greco-romane. Per non parlare di Santa Claus, Babbo Natale, i re Magi e la Befana; personificazioni del dono, coacervo inestricabile di epoche, visioni, luoghi geografici ed esistenziali. Già, il dono: dare, ricevere e ricambiare non sono semplicemente le tre fasi cui tutti noi ci sottoponiamo ogni vigilia, ma sono l’essenza stessa del legame sociale, ovvero del vivere. Lo rivelarono, tra gli altri Malinowski e Lévi-Strauss; ce ne accorgiamo ogni Natale, quando frettolosamente alimentiamo il vero mito di oggi, il sogno capitalistico che appartiene in fondo, a tutti noi.

In realtà, quando ci apprestiamo a partecipare al “rito del regalo” stiamo compiendo l’atto più importante del nostro anno: è una maniera per stabilire chi siamo, quali sono le persone che amiamo di più e comunque quelle con le quali vogliamo stabilire relazioni durature.

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