Food :: 19 mag 2023

Firenze, ristorante Architettura del Cibo

Il fine dining in un contesto di gran classe

Quando l’architettura parla di interior ma anche di gusto e lo fa con stile. Capita al ristorante fiorentino l’Architettura del Cibo (1), alle porte del quartiere delle Cure. La struttura, ricavata all'interno di quello che fu il giardino privato del marchese Tommaso Gargallo da Siracusa è decisamente affascinante. Il mood dominante è industrial chic, elegante, con pennellate di design contemporaneo: l’avventore si trova davanti uno scenario forse più abituale a una metropoli come Milano o Parigi. Bellissimo, non c’è che dire: la famiglia Cecchi, a capo del locale e già proprietaria dell’hotel Astro Mediceo, villa di fine Ottocento in via Fra’ Bartolommeo, grazie all’estro di Ylenia Cecchi, figlia dei titolari ed architetta, ha creato un vero gioiello della ristorazione moderna. Basti sapere che le importanti pareti perimetrali del locale sono scorrevoli e dunque apribili per pranzi open air durante la stagione estiva. Al centro della sala, quasi fosse una colonna, sorge un tronco di tiglio di 50 anni, mentre la cucina a vista ospita un leccio di 150 anni e i diversi ambienti sono separati da rigogliose piante verdi. 

E poi c’è il lato gourmet con la cucina dello chef Giuseppe Papallo (2), classe ’84. Le sue origini – metà friulane e metà calabresi – si mescolano alla tradizione toscana per dar vita a piatti interessanti, figli di ricerca e sperimentazione per risultati anche inediti. Giuseppe è “figlio d’arte”, essendo il sesto figlio di due ristoratori, con tutti i fratelli e le sorelle nel settore food&beverage e ospitalità. Ciò detto, la sua proposta gastronomica ha una visione molto personale che lo ha reso, tra gli altri, protagonista in Rai1 alla Prova del Cuoco con Antonella Clerici.  

Alcuni portate da noi gustate

“Ho voluto riproporre un classico uovo cotto a bassa temperatura” - così lo chef ha introdotto l’Uovo poché (3). Molto divertente alla vista, una sorta di ufo che, sollevata la calotta, mostra l’uovo con crumble di Gran Cacione De magi 36 mesi, spuma di Gran Cacione, con una copertura di polveri di nipitella di campo, pomodoro e porcino. “Alieno” non c’è che dire, ma solo per l’innegabile piacevolezza al palato. Così anche le Girelle di pasta all'uovo (4) fatte rigorosamente a mano dalla troupe in cucina, con agnello pomarancino alla menta, ricotta del pastore della Calvana vicino a Prato, fondo bruno di agnello, crema di pomodoro arrosto e aria di siero di latte della ricotta polvere di menta fresca. 

Un altro piatto curioso sia in bocca, sia per il design originale è l’Assoluto di Cipolla (5): cipolle ramate di Montoro cotte sotto cenere di ulivo per 12 ore, con spuma di patata bianca, fondo di cipolla di Certaldo e carta cipolla. Ricorda, vedendolo, un dessert. All’assaggio è innegabile il suo coté salato.

Infine, un sentito plauso al dolce (6), questa volta quello vero: la Tarte au citron con limone di Sorrento, doppia meringa, italiana bruciata e svizzera disidratata. Mitica nella sua “doppia nazionalità” e soprattutto nella sua goduriosa bontà.

 

Altre info:

  

 

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