Focus On :: 3 lug 2023

Isola d’Elba, a Marina di Campo il pescato d’autore di Kontiki

Il ristorante che merita una sosta gourmet

Un panorama che apre il cuore e invita alla lentezza, questo ciò che si gode dal ristorante Kontiki che guarda il piccolo riparo di Marina di Campo, nella parte sud dell’Isola d’Elba. Quasi la prua di una nave che domina il mare, in procinto di salpare, solo che qui è il palato a navigare tra sapori inediti del grande blu, invitanti e magnificamente costruiti (1 - In prima fila, da Dx lo chef Renato Coda e il pastry chef e aiuto Giuseppe Fiorentino, 2 - Panoramica sul ristorante).
Mimmo Avagliano (3) e la moglie Adriana, salernitani di origine come gran parte della brigata di cucina capitanata dallo chef Renato Coda, da tempo ormai, al timone di questa gemma della ristorazione, accolgono, da aprile a novembre, con garbo e simpatia, in un'atmosfera curata e sobria, avventori da ogni dove, italiani ed esteri. 
“Marina di campo è l’unico approdo a sud dell’isola ed è un ottimo crocevia” - ci ha raccontato Mimmo - “Abbiamo circa 300 clienti fissi dalla Corsica che, se il meteo lo permette, vengono a pranzo anche in giornata”. In stagione, inoltre, non è raro che stazionino sino a duecento barche ancorate in rada, proprio all’ingresso del porticciolo, per non parlare delle migliaia di vacanzieri via terra, che da Porto Ferraio, in venti minuti circa, giungono in questo delizioso lembo dell’Elba. 
Qualunque sia la logistica, non si può non provare la cucina veritiera, alleggerita da fronzoli, dal gusto autentico del mare e il fascino della memoria di Coda che, oltre ad aver lavorato in mezza Europa, ha sperimentato ai fornelli con paladini d’eccellenza come Bottura. Anche quando la riconducibiltà al territorio è evidente, le proposte non sono mai scontate: le creature del mare, così come gli ingredienti di terra, infatti, sono trattati con sapienza e vis individuale. Lungi da stucchevoli “barocchismi”, raccontano una mano raffinata e un piglio ingegnoso. Per risultati leggeri e goduriosi. Dalle Linguine con uova di pesce e vongole, passando alla versione allo scoglio o, per chi volesse osare un fuori menù quando possibile, con l’aragosta (4). Cottura perfetta, il gusto amabile e deciso del prezioso crostaceo, una scelta che conquista l'anima e le papille. O ancora i giochi interattivi di colori vivaci e sapori diversi del misto di pesce proposto in antipasto nella Degustazione Kontiki (5). Il caldo, il freddo e il crudo in un ensemble armonico e delizioso. Una cucina mediterranea che prende il sopravvento con un pescato freschissimo, praticamente a “metro zero”. I pescatori (6) quotidianamente traghettano alla brigata di cucina razze comuni e altre meno, per interpretazioni culinarie imprevedibili e sorprendenti, unicamente dettate dalla logica e dalla generosità dei marosi locali. “Una paranza ci fornisce il crudo, come gli scampi rossi e rosa, l’altra il pesce bianco” - ha continuato sempre il titolare del ristorante. Tutte delizie gastronomiche di una tela dalle pennellate diverse anche ogni ventiquattrore, rivisitate dal suo capitano di cucina. Non ci sono dubbi alcuni: lo chef campano sa esaltare la bellezza del mare nei pochi centimetri quadrati di un padellino, e lo fa alla perfezione.
In questa cornice di gusto memorabile c’è un quesito però che sorge spontaneo: ma perché in una zona così strategica e importante dell’isola (tra l’altro, sono solo 40 le miglia da Bastia) non è stato ancora edificato un vero porto turistico alla stregua di Marciana Marina o Portoferraio? “In stagione sono tantissime le richieste di imbarcazioni che desiderano sostare in porto per conoscere il comprensorio” - ci ha rivelato il Capt. Lamberto Ferrini - “Purtroppo, spesso e a malincuore, dobbiamo declinare perché i posti barca sono limitati”. 
Non so cosa ne pensiate ma una riflessione è dovuta. Nel frattempo, rallegratevi con le suggestioni del Kontiki.
 
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