Food :: 26 gen 2018

Quando il bijou diventa arte - Incontro con Giampiero Alcozer

imprenditore, creativo e “uomo di pensiero” innamorato delle donne

C’è un luogo magico a Firenze che brilla nella vastità del cosmo. Una palla di vetro che luccica di luce propria appesa a un sogno. Un’avventura fatta di materiali preziosi, pietre, oreficeria, stile e artisti della decorazione minuziosa.

Viaggio nell’atelier delle meraviglie del brand di alto artigianato Alcozer (1 - Primo da SX: Giampiero Alcozer).

 

Ci racconti la storia della sua magnifica realtà imprenditoriale (2)...
Tutto nasce da quando il mio primo corallo mi fu regalato a Cuba da un pescatore che porgendomelo disse: “fra qualche anno farai un gioiello per la tua amata”. Era il 1973 e a 11 anni non avevo la minima idea di cosa avrei fatto da grande, ma forse quel pescatore ci aveva visto decisamente lungo. Tutto il mio mondo e la mia storia di questi ultimi 22 anni è intrisa di stili, tradizioni, religioni, culture, gusti, di favole e di sogni, ovvero di tutto il mondo. La mia vita è sempre stata segnata dai viaggi intorno al mondo: l'esperienze fatte in Africa mi hanno fortemente segnato, ispirandomi per molti pezzi unici. Dopo aver fatto tesoro di svariate esperienze creative e stimoli artistici in vari paesi europei ed africani, m'innamorai della città e decisi, nel 1994, di stabilirmi nel cuore di Firenze per dar vita a quella che pare essere la mia personale profezia: creare gioielli unici di ispirazione classica, dal gusto contemporaneo. Grazie alla conoscenza delle tecniche dell’oreficeria artigiana, ad un team di giovani designer e all’arte di arrangiarsi ad ogni costo, vengono ideati e creati nel primo laboratorio in via dei Rustici, gioielli artigianali di alta qualità interamente made in Italy dedicati a tutte le donne che amano osare (3). Dopo pochi mesi di vita, per merito del successo dei nostri prodotti nasce l'esigenza di ampliare la nostra azienda, aprendo i primi negozi mono marca in Italia e all’estero.
Nel Dicembre del 2003, scopriamo, per caso, in una libreria di Firenze di essere stati pubblicati e citati fra i primi designers mondiali nell’importante libro di bijoux della collezionista Judith Miller.
E’ il 2002 l’anno del trasferimento nella sede attuale in Via Mannelli; trenta persone e svariati macchinari da spostare nei primi quindici giorni di un caldissimo mese di Luglio. La scommessa è finalmente vinta e con non poche incertezze e tante speranze la produzione riparte su basi nuove. Nasce cosi la linea più vistosa di gioielli semipreziosi sul pronto: UNIC piccole serie sempre diverse di 11 oggetti, più una prova d’autore, affiancandosi a quella più sobria in stile antico, CLASSIC (4) ordinabile da catalogo. Nel corso degli anni, tanti sono stati i temi e le linee create, come Demò, X, Le Favole, Be-Baby, I Pirati e Dorella. Ogni anno vengono creati non meno di 3.500 modelli, attualmente l’archivio storico ne vanta più di 80.000. Recentemente abbiamo inaugurato il canale e-commerce di vendita diretta ai privati di tutto il mondo, dove sono presenti le tre collezioni e le ultime novità.

 

Ogni pezzo è unico, come nasce?
Un gioiello si deve poter descrivere con fantasia “deve raccontare una storia” è la frase ricorrente quando parlo con i miei designers (5).
Ho sempre immaginato il mio lavoro come un processo di trasformazione che mantenga allo stesso tempo intatta la natura nella sua essenza. Le pietre più o meno preziose (6) mi hanno sempre attratto, quell'apparenza inerme e fredda suscitava in me immaginari diversi, dinamici, storie ognuna diversa dall'altra che aspettavano di essere raccontate. Così nasce la collezione Unic, partendo dalla pietra con la sua forma irregolare viene costruito il gioiello con l'intento di raccontare una storia. Il gioiello quindi si sviluppa a partire dall'unicità della pietra, seguendo le sue forme,
assecondando la sua irregolarità, costruendo un piccolo mondo intorno ad essa. In questo modo creiamo un gioiello unico, poiché non ripetibile ma soprattutto perché ogni storia è diversa come le donne che scelgono i nostri gioielli.

 

Come si portano i suoi preziosi monili? ha dei consigli particolari?
Non esiste una “ricetta” per indossare i nostri gioielli, ma ho sempre pensato che i dettagli di una donna come i gioielli che indossa siano quelli che catturano l'attenzione. Un monile “ricco” come i nostri si abbina perfettamente ad un look che tenda a valorizzarlo il più possibile, ovvero un look essenziale, lineare con colori neutri (7).

 

Parliamo della prossima linea primavera/estate. Ha qualche anticipazione?
Quest'anno il protagonista è il mare (8), evocando tutto il mondo sommerso in tutte le sue forme e colori. E il suo straordinario caos. Gli animali marini sono i veri protagonisti di questa nuova collezione insieme a richiami mitologici come la Medusa. Una collezione che evoca il profumo di brezza marina e spiaggia, quella voglia di libertà che si riscopre quando il tepore del sole inizia a farsi sentire sulla pelle, senza dimenticare l'importanza dell'eleganza.

 

Lavora anche a una linea uomo?
Sì, da tempo abbiamo creato una linea uomo che si concentra sulla lavorazione per lo più dell'argento (9) con l’inserimento di elementi in pelle di vario tipo. Una collezione dedicata ad un uomo attento ai dettagli, con uno stile che definirei libero e un pò trasgressivo.


L’eleganza secondo lei?
Secondo me l'eleganza è un concetto strettamente legato alla sensazione di libertà. Con questo voglio dire che una donna elegante è quella che decide di mostrare la sua “natura” che sia rockettara, minimal, esotica ect. senza piegarla, assecondando un moda effimera che non la rappresenta.

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