Andrea Cecchi è un vero gentiluomo (1), dotato di garbo e savoir faire, come molti di quei vignerons che respirano, vivono e praticano quotidianamente la vigna e la viticoltura ormai da anni. "Abbiamo pronti i nettari Villa Rosa da vigneti a Castellina in Chianti, da farvi degustare" - così introduce la giornata dedita a una wine experience di livello, il patron della cantina toscana (2), facendoci ripercorrere oltre un secolo di storia della famiglia. Ben 130 gli anni che hanno visto crescere dal lontano 1893, una delle più prestigiose realtà vitivinicole della regione - “Allora c'era solo un ettaro" - oggi, con la quarta generazione, sono cinque le tenute vinicole, quattro in Toscana ed una in Umbria. Un consolidamento progressivo dell'azienda fortemente voluto sopratutto da Andrea che ha rappresentato il vero giro di boa, il salto decisivo con un percorso mirato di investimenti in zone ad alta vocazione vitivinicola: Villa Cerna, nel Chianti Classico, Val delle Rose in Maremma. E ancora… Montalcino, proprio accanto all’abbazia di Sant’Antimo e in Umbria, Tenuta Alzatura a Montefalco. Ebbene, siccome il valore delle radici è verità imprescindibile, nel 2012 Famiglia Cecchi torna alle origini e nel 2015 acquista Villa rosa, in Castellina in Chianti, 126 ettari di cui 30 a vigneto. "Volevo fare una gran selezione con un solo sangiovese in una culla dove questo vitigno trova le migliori caratteristiche per un vino di lungo respiro". Da sapere che Villa rosa tenuta insieme a Tenuta Alzatura sono 100% organic. Le Tenute del Chianti Classico, Villa Cerna e Villa Rosa, sono attualmente certificate dal marchio Agriqualità con un processo di conversione al biologico già in atto e la recentissima certificazione Equalitas, che integra la sostenibilità ambientale economica a quella sociale. Un modello che è vanto anche oltre confine: la Maison è ambasciatore in oltre 65 paesi nel mondo con una produzione media di oltre 9 milioni di bottiglie.
Ma veniamo al viaggio al palato (3) che ci ha resi partecipi dei profumi e dei sapori di varie annate di Villa Rosa Chianti Classico D.O.C.G Gran selezione (sangiovese in purezza).
Bella mineralità e freschezza, potrebbe essere il fil rouge dei Chianti degustati. Le annate, dal 2019 al 2015, hanno raccontato vendemmie diverse più o meno favorite e baciate da un clima complice, tutte forti di un territorio decisamente vocato. Aggiungerei altresì l'eleganza come fattore accomunante. Ognuno con una propria distinta personalità. Così il 2019 (4), se pur giovane, ha già una sua espressione chiara assimilabile al 2016, tanto da farli sembrare quasi "fratelli". E' proprio il tannino ben risolto, così come la morbidezza del 2019 a ricondurre - a nostro giudizio - al magnifico 2016. Vino di spessore, vivace ed equilibrato, dai tannini vellutati, quest'ultimo vanta una persistente rotondità che accarezza il palato e lo accompagna a lungo.
La ricca acidità è caratteristica predominante del 2015, altro indiscutibile "asso" (5) del wine tasting. Potente e avvolgente al contempo, si distende in verticale. Freschezza e un finale lungo e piacevole.
Il copioso pannel di assaggi, ha altresì contemplato alcuni vini da botte e da vasche di cemento, tutti interessanti, in una sorta di esercizio in "avant-première". Il nostro focus verte, in particolare, sulle annate 2021 e 2022 (6) - “Vendemmie all'insegna di una grande calura estiva di cui sorprende la notevole freschezza" - ci ha precisato l'enologa Miria Bracali.
Il 2021 già rivela un carattere opulento, con tannini pregiati e un’indiscutibile freschezza. Gradevolissimo il 2022, la trama gustativa denota la sua gioventù: tannini raffinati, freschezza gustativa e una buona persistenza la palato.
Che dire… doveroso, un plauso a questa magnifica maison del Chianti Classico.
Ad majora.