Living & Convivi :: 21 lug 2023

Toscana, OCA Oasy Contemporary Art

Natura e uomo si incontrano per leggere i cambiamenti in atto

Un pianoro soleggiato, da cui si gode una vista splendida su tutte le montagne circostanti. Semplicemente magnifico. Stiamo parlando di Oasi Dynamo, Sull’Appennino Pistoiesi, oasi naturalistica di oltre mille ettari, arrivando sino a 1100 metri di altitudine (1). Un tempo riserva di caccia della famiglia Orlando (sulla montagna pistoiese, nel 1911, aveva fondato lo stabilimento della SMI, la Società Metallurgica Italiana), successivamente recuperata a territorio ospitante specie di piante rare ed una grande varietà di animali selvatici. Un autentico eden in terra che invita a rallentare e godere di quanto di più bello madre natura sia in grado di offrirci. "Un caso unico in Italia, un modello di conservazione dell'area interessata non passivo o chiuso all'esterno ma attivo, per viverlo a tutti gli effetti, pur restando zona protetta" - ha sottolineato in conferenza stampa Andrea Manes (2 - Primo da Dx) proprietario del vasto complesso verde. Sì, perché già da diversi anni l’oasi si è aperta anche all’ospitalità con un resort hotel di 17 lodge, all’eco turismo, alla didattica ambientale, alle escursioni, alle attività sportive etc. E oggi anche all'arte o meglio al salvifico rapporto tra uomo e natura. "OCA Oasy Contemporary Art" questo il nome della nuova iniziativa in seno a Dynamo con la direzione artistica di Emanuele Montibeller. Una superficie dedicata (3) a cui si arriva percorrendo un sentiero nel bosco, dopo aver parcheggiato la macchina in località Piteglio ed aver camminato per circa 45 minuti. L’esperienza, ovviamente, comincia con il cammino, non con l’arrivo a destinazione. 

"Quello che vi presentiamo solo 12 mesi fa era un'ipotesi, ora una realtà conseguita in tempi velocissimi", queste le parole di Montibeller. Tema del neo piano artistico, "Come abiteremo il mondo" alias la modalità per affrontare un futuro (ma già presente) di esseri umani che devono relazionarsi con il cambiamento ecologico, ambientale e climatico. Ecco che quindi l'arte, l'architettura o la poesia si fanno strumenti per interpretare ciò che sta succedendo, leggendo un momento storico che tocca tutti, nessuno escluso. L'altro pilastro del progetto è il tema del sociale. Quest’anno, ad inaugurare "OCA Oasy Contemporary Art", sono stati invitati l’artista David Svensson e il fotografo Massimo Vitali, con due progetti ad hoc per il lodevole intento creativo. 

La Grande Oasi

The way we live, now

Fotografie di Massimo Vitali

In quella che sino a poco tempo fa era un’immensa stalla per le mucche, è stato allestito lo spazio espositivo (4), che si inaugura con la mostra di Massimo Vitali, a cura di Giovanna Calvenzi, “La Grande Oasi. The way we live, now”. Vitali, nato a Como nel 1944, è oggi uno dei fotografi italiani più noti e apprezzati nel panorama internazionale e le sue opere fanno parte di numerose collezioni pubbliche e private. Il progetto realizzato per Oasy Contemporary Art ha come protagonisti gli uomini ed il territorio, in un dialogo nel quale la presenza umana è misura stessa del paesaggio.  "Pure essendo fuori dalla mia tipica confort zone e cioè il mare, ho, comunque, voluto mettere insieme la vegetazione e la gente che abita questa parte di collina pistoiese" - ha raccontato il fotografo. Per questo nuovo lavoro, Vitali ha rinunciato alla sua tecnica d’elezione, ossia alle riprese dall’alto di un cavalletto di cinque metri, per rispettare invece un’“equa distanza” che gli permette di testimoniare il dialogo tra l’uomo e la natura. Le riprese dall’alto di quello che a suo tempo aveva definito “il punto di vista del principe”, le ritroviamo invece in mostra, in una selezione di opere (5) realizzate sulle spiagge europee a partire dal 1995. 

Home of the world

Installazione di David Svensson

Oltre lo spazio-museo, in un percorso che segue la curva della collina, sventola contro il cielo “Home of the World”, l’opera dell’artista svedese David Svensson realizzata da centinaia di bandiere (6). Simbolo per eccellenza delle identità nazionali, le bandiere sono l’espressione grafica, o meglio iconografica, di un sentire popolare, di una storia, di tradizioni e di cultura. Ma quante volte vengono esposte ed esibite contro gli altri? Gli eserciti in guerra marciano sempre dietro a una bandiera e issare una su una porzione di territorio equivale a rivendicarne il possesso esclusivo. Il percorso realizzato da Svensson per OCA, lungo alcune centinaia di metri, è caratterizzato da un grande collage con tutte le bandiere del mondo, che sono state però de-costruite e ricomposte in modo totalmente inedito. L’effetto è straniante: ogni singola bandiera perde il proprio carattere distintivo e viene in qualche modo contaminata dall’accostamento di forme e di colori con le altre. Uno dei propositi dell’opera è proprio quello di mettere in discussione ogni distinzione in chiave nazionale che le bandiere normalmente portano con sè. La natura non ha confini, le linee che delimitano le nostre mappe sono pure convenzioni, per giunta molto instabili nel tempo.

Il tema della convivenza tra l’uomo e la natura sarà sviluppato da OCA anche nei prossimi anni, proponendo ogni stagione una nuova mostra nello spazio-museo, e nuove installazioni nel verde, che poi resteranno nell’oasi, creando nel tempo un luogo d’arte. Emanuele Montibeller ha già invitato per il futuro gli architetti Michele De Lucchi, Stefano Boeri, Kengo Kuma, Alejandro Aravena e Matteo Thun, gli artisti Diana Scherer, Edoardo Tresoldi, Davide Quayola e fuse*, la poetessa Mariangela Gualtieri, il filosofo Emanuele Coccia, la curatrice Diletta Cancellato, lo scrittore Leonardo Caffo e tanti altri. A Giovanna Calvenzi è invece stato affidato un progetto triennale dedicato alla fotografia, che dopo Vitali vedrà ospiti Joan Fontcuberta e Thomas Struth. Per riflettere sul tema del rapporto tra l’uomo e l’ambiente, infine, verranno realizzate per la cura di Diletta Cancellato delle installazioni che vogliono riconnettere il tessile e la natura, sfidando designer, stilisti e artisti a trovare nuove soluzioni che possano coesistere e nutrire gli ecosistemi. 

Nel periodo di esposizione, quest’anno come nei prossimi, saranno infine organizzati incontri con scienziati, filosofi, artisti, architetti, antropologi, poeti e scrittori, chiamati tutti a confrontarsi sui temi lanciati da OCA. 

  

Ingresso: intero 12,00 €, bambini fino ai 10 anni gratuito

 

Informazioni:

 

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