Food :: 21 dic 2016

Sa petza inbinada

dalla sardegna una delizia medievale

Domenica 18 dicembre si è tenuta la Prima Sagra de Sa petza inbinada, la caratteristica pietanza in cui la carne di maiale (petza), viene lasciata marinare nel vino rosso (inbinada appunto) per 3/5 giorni, con sale, pepe e aglio, e poi cotta in tegame, presentata a tavola accompagnata da pane fritto o ammollato nel vino di cottura.

L’evento è stato organizzato dall’associazione culturale “Su Comitatu”, dalla Proloco, dal Comune di Bonarcado (OR) e dal Ristorante Hotel Sa Mola, e ha visto la partecipazione di numerosi stand lungo le vie del paese, che hanno preparato i caratteristici prodotti locali del Montiferru, dai casizolu, perette vaccine rinomate per il loro gusto, ai tipici dolci lievitati fritti, come parafrittus e zippulas, e allietato i turisti con musiche e canti tipici della zona.

Prima del Live cooking (1 -2), a cura degli chef Pierluigi Fais e Matteo Russo, Riccardo Porceddu, Fabio Vacca, Antonio Marras, si è svolto un breve convegno per fare il punto sulla storia e la cultura di questo piatto, sulle connessioni con il turismo enogastronomico e le risorse agroalimentari e culturali del territorio, a cui hanno partecipato il Sindaco della cittadina del Montiferru, lo chef Pierluigi Fais, originario di Bonarcado, l’esperta di turismo Tiziana Tirelli, l’enogastronomo Ivo Palazzari, l’antropologa culturale Alessandra Guigoni (3) e Antoniangela Piras, 83 anni di pura energia, esperta cuoca di petza inbinada tradizionale.

In particolare rileggendo il famoso Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, risalente al XII secolo, un quaderno dei conti dei monaci camaldolesi di allora, che vivevano nel monastero locale, accanto alla splendida chiesa, è emersa la vocazione della comunità, sin da allora, a fare buon vino e ottima carne di porco, citati spesso nel prezioso documento medievale. Quasi sicuramente sa petza inbinada nasce allora, per il bisogno di conservare la carne fresca di maiale in assenza di frigo e di insaporirla con vino di proprietà, che non difettava ai bonarcadesi.

Un connubio molto gustoso, accompagnato dal pane locale, per una pietanza energetica, completa e sana, un ‘piatto unico’ della dieta mediterranea medievale.

Questa pratica culinaria e questa ricetta (4-5) è arrivata sino ai nostri giorni, quando un drappello di giovani e coraggiosi chef domenica 18 l’ha riproposta in versione contemporanea, attraverso una serie di pietanze molto ben congeniate e dall’aspetto intrigante: Petza Inbinada 2.0 di Pierluigi Fais, Petza Inbinada Cbt di Fabio Vacca, Zuppa di pezza Inbinada autunnale a cura di Riccardo Porceddu e infine Brugnolos ai tempi della Petza Inbinada a cura di Antonio Marras.

Piatti preparati e fatti degustare ad un consesso di food blogger, giornalisti, foodie appassionati e cittadini di Bonarcado, riuniti in una delle sale dell’Hotel Ristorante Sa Mola.

Il network che ha organizzato la giornata, visto il grande consenso suscitato e l’enorme interesse (6), riverberatosi nella stampa locale, sta valutando come continuare questo processo di riscoperta e valorizzazione della pietanza, che esprime il genius loci della comunità di Bonarcado e dei suoi tesori enogastronomici, culturali, storico-architettonici e paesaggistici: l’augurio è di risentirne presto parlare.

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